L’incidente mortale nel quale ha perso la vita un bambino di 5 anni mercoledì alla periferia di Roma, tra la città e Ostia in zona Casal Palocco, porta alla luce un mondo sconosciuto ai più, gli youtuber.’.
E’ un youtuber ventenne infatti che è ora accusato di essere alla guida di una Lamborghini affittata (oltre mille euro al giorno) che ha causato l’incidente mortale. Il guidatore era insieme ad altri quattro coetanei componenti il gruppo youtuber Borderline, con i quali stava portando a termine una sfida (challenge) di due giorni per la guida ininterrotta del bolide. Il tutto destinato a produrre video da postare sulla loro piattaforma You Tube.
Challenge: si chiamano così le imprese che vengono filmate con un cellulare e che vengono postate per ottenere visioni e followers. A che serve tutto ciò?
You Tube a cui il candidato yoituber fa domanda per iscriversi con un programma partner dà soldi a seconda del numero di visioni dei video postati. I soldi provengono dalla pubblicità che viene inserita nei video grazie al programma di partner una volta accettato da you tube. La ricompensa va da 1200 a 6000 dollari per un milione di visualizzazioni. Con più di 100mila visioni si ottengono 2000 dollari.
E allora cosa succede? Succede che su you tube vanno all’arrembaggio molti speranzosi intraprendenti che ideano “sfide” di ogni genere. Comprese ovviamente, oltre alle più stupide, anche quelle più pericolose. E le due categorie a volte s’incontrano.
Ora tutto ciò avviene nel magico mondo virtuale che scavalca confini e fa crescere miti, come quello a quanto pare di MrBeast, al secolo l’americano 25enne Jimmy Donaldson, che è tra i primissimi youtuber con una piattaforma con 160 milioni di visualizzazione. Un altro mito si chiama Pew Die Pie. Insomma i miti non mancano.
Il problema? E’ che You Tube, piattaforma mondiale di video, alimenta questo mercato senza a quanto si capisce controlli particolari salvo quelli più evidenti. Così le challenges possono trasformarsi in micidiali esperienze che creano danni, dolore e perfino morte. Chi regolamenta tutto ciò? In apparenza nessuno. Però il problema c’è. You tube non può diventare una fabbrica di incidenti mortali.