Ugo Forno, morto in questi giorni nel ’44 per impedire ai tedeschi di distruggere il ponte ferroviario sull’Aniene, quello che serve ancora per collegare col nord.
Aveva solo 12 anni e quando per la prima volta me ne occupai mi colpirono le foto di lui con la madre, un ragazzino in pantaloni corti sullo sfondo di un tram di allora. Era sostanzialente dimenticato, la città di Roma, le istituzioni, la sua scuola, il suo quartiere l’avevano dimenticato.
Eppure era il più piccolo partigiano morto nella difesa di Roma, uno degli ultimi se non l’ultimo proprio, mentre in città dalla Prenesrina erano arrivati gli americani.
Ora ogni tanto qualcuno ne scrive, ieri Repubblica ma spesso trovo informazioni errate, Come giustamente fa notare Felice Cipriani che su Ughetto ha scritto un libro. Ma che si è anche tanto dato da fare perché il Quirinale gli conferisse una medaglia d’oro che poi è arrivata (e non per iniziativa dell’Anpi, ma di Cipriani).
Insomma si invitano i giornalisti a fare attenzione a questa storia. Giaceva dimenticata, un piccolo gruppo di persone l’ha rimessa in piedi dedicandogli come ha fatto Lorenzo Grasi un sito, i parenti di Ughetto ci si sono impegnati interamenhte (come Fabrizio) nel riproporne la memoria, solo lentamente sono venute lapidi e riconoscimenti. Ma come occorre dire non è stato fatto ancora tutto. Manca, lo ripeto, un atto vero della città di Ughetto, Roma,. Non ci si piuà accontentare di una lapide al parco Nemorense.
Qui di seguito per chi ha un po’ di tempo la motivazione della medaglia d’orio conferita dal presidente Giorgio Napolitano:
“Giovane studente romano, durante i festeggiamenti per la liberazione della città di Roma, appreso che i tedeschi, battendo in ritirata, stavano per far saltare il ponte ferroviario sull’Aniene, con grande spirito di iniziativa, si mobilitava, unitamente ad altri giovani, e con le armi impediva ai soldati tedeschi di portare a compimento la loro azione. Durante lo scontro a fuoco veniva, tuttavia, colpito perdendo tragicamente la vita. Fulgido esempio di amor patrio ed encomiabile coraggio. 5 giugno 1944 – Roma”.
Con lui morì anche un altro giovane, un po’ più grande di Ughetto, si chiamava Guido.