Torre Angela non sarà peggio della Russia. Don Matteo, al secolo il cardinale Matteo Zuppi, sbarca oggi a Mosca per due giorni di missione di pace.
Lo manda il Papa.
Zuppi è tenace, come dimostrò negli oltre due anni di faticose trattative ingaggiate dalla Comunità di Sant’Egidio con i mozambicani in guerra civile. Lì dopo 27 mesi si arrivò alla pace. Merito suo e di Riccardi, poi diventati cittadini onorari mozambicani.
Stavolta non è la stessa cosa, certo, ma per l’ex parroco di Santa Maria in Trastevere (e poi a Torre Angela prima di diventare cardinale a Bologna) oggi presidente della Cei la strada è sempre la stessa. E’ stato il 5 e 6 giugno a Kiev, ora affronta Putin. Di mezzo c’è un incontro col patriarca ortodosso Kirill.
Qual è l’arma di don Matteo? Il sorriso. Se guardate le sue foto spesso lo trovate sorridente. E’ il suo stato di salute.
Auguri, don Matteo. Ce la farai anche stavolta (si spera). E magari un po’ prima di 27 mesi…