I precedenti: fu Pugacev a sfidare alla fine del ‘700 Caterina II ribellandosi a lei e mettendo in piedi un governo parallelo con cui fu dichiarata finita la servitù della gleba. Poi però Pugacev fu preso e giustiziato. Ce ne parla Puskin in “La figlia del capitano”. Precedente dunque negativo (per la Wagner).
Oppure: nel marzo del 1917 invece il Soviet degli operai di Pietrogrado aperto ai soldati inviati per reprimere gli operai e disubbidienti a questo ordine porta invece alla caduta dello zar, che abdica, e alla nascita di un governo provvisorio destinato ben presto ad essere sostituito dopo la presa del Palazzo d’inverno da un governo bolscevico. “Non succederà come nel 1917″, avrebbe detto oggi Putin. Il precedente è però positivo (per la Wagner). Ma che c’entrano questi precedenti col gruppo paramilitare Wagner in rivolta contro lo zar Putin?
Il mondo guarda con allarme e desiderio di sapere a quanto i mercenari del Wagner stanno facendo agli ordini del loro patron Evghenij Prigozhin. In questo momento – le 21,00 di sabato 24 giugno in Italia – arrivati a poco più di un’ira da Mosca, in oltre venticinquemila, la loro marcia su Mosca si è fermata e starebbe facendo dietrofront. Non è dunque la marcia su Roma come lk’avceva ribattezzata una sbadata conduttrice tv..
Wagner contro Putin, e contro Shoigu e Gerasimov, i capi militari del clan putiniano. Così si era presentata la ribellione in corso da parte di questi mercenari al 90% ex detenuti e per il restante 10% veterani di campagne militari piuttosto efferate condotte in Siria, Libia, Mali, Repubblica centrafricana, Sudan oltre che nel Donbass dal 2014 e poi in Ucraina. Sono i wagneristi pagati finora con i soldi dello stato russo (90 milioni di euro al mese) e da poco soggetti a nuove regole che il loro capo Prigozhin respinge con sdegno (obbligo di registrarsi alla Difesa russa e sottomettersi ai comandi militari). E forse come dice sempre Prigozhin addirittura attaccati e bombardati dalle truppe russe nei giorni scorsi. Ma non troppo se ora fanno dietrofront.
Difficile capire cosa stia avvenendo e cosa aspettarsi da questo scontro, da una parte con lo zar asserragliato al Cremlino (sempre che non sia effettivamente volato altrove) forte del sostegno dei ceceni del truce Kadyrov e del vassallo della Bielorussia Lukashenko che Putin ha riempito di bombe atomiche tattiche e che fatto trattare con Progozhin, e dall’altra col suo cosiddetto cuoco, Evghenij Progozhin che tra le tante che non è riuscito a portare a casa ha anche il fallimento di vari tentativi di uccisione del leader ucraino Zelensky. Prigozhin però è anche a quanto pare l’ideatore di quella “fabbrica di trolls” che insediati a Mosca hanno cercato di interferire con le elezioni in Occidente producendo un’infinità di fake news. Tra i suoi soci c’è pure l’inquietante Dmitri Utkin, quello cui si deve la scelta del nome Wagner adottato in omaggio alla predilezione nazista verso il compositore tedesco.
E dunque? Dalla padella nella brace? Oppure verso una situazione che si può sviluppare in senso nuovo? Vedremo presto. Intanto la Lettonia ha chiuso le frontiere.