IN DIFESA DEI FOTOGRAFI E DELLE DONNE INCINTE
Il fotografo Evghenij Malolekta (nella foto) è accusato da una serie di siti filorussi di essersi inventato le scene dell’evacuazione dell’ospedale di Mariupol.
Sono sue le foto infatti che mostrano quelle scene orribili, con molte persone coinvolte, a mala pena difese da qualche coperta gettata addosso nella fuga dall’ospedale ridotto a un colabrodo . In particolare la donna incinta che scende le scale dell’ospedale sarebbe una “modella”. E se ne fa pure il nome, quello di Marianna Podgurskaya. Che, bontà di un sito, è dichiarata peraltro davvero incinta.
Mi fermo qui.
Malolekta è insieme a un altro fotoreporter, Chernov, uno dei pochissimi rimasti a Mariupol. Lavora per Associated Press, oggi ha mandato le foto sulle fosse comuni a Mariupol.
In passato ha pubblicato con tutte le più importanti testate internazionali a partire da Time (5 milioni di copie). Le sue foto sono uscite sul New York Times, Washington Post, Der Spiegel, Newsweek, The Independent, El Pais, The Guardian, The Telegraph e altri ancora. Oggi le ho viste sul Corriere della Sera.
E questi sono i suoi premi
2015 winner in category news story APME photo contest;
2015 honorable mention of Slovak press photo International category;
2015 first and second place in genre, documentary and news category of Ukrainian press photo contest;
2015 second and third places in open nomination “Ukraine” Belarus Press photo contest;
2015 second place in category general news of China International Press Photo Contest;
2015 first place in category general news of Pictures of the Year International Competition;
2014 third place in portrait category in photo contest “Best Photographer of Russia”;
2014 grand prix of Ukrainian photo contest “Photo Day”;
2013 second place in news category of Ukrainian press photo contest;
2011 finalist of International Festival of Photojournalism Vilnius Photo Circle.
Questa accusa orribile di cui sono certo l’infondatezza e che spero venga affrontata da qualche collega sul campo mi ricorda il fango gettato a suo tempo su Robert Capa, perr la sua foto del “miliziano”. Una foto posata, così era stata l’accusa priva di qualsiasi prova documentale. Anni fa ho visto a Genova una mostra su Mario Dondero, il grande fotografo scomparso ormai sette anni fa, un amico. Una parte della mostra era dedicata alle foto che Mario era andato a fare in Spagna per ricostruire la storia di quella straordinaria foto di Robert Capa, il risultato della sua ricerca (e come dubitarne?) era che era tutto dannatamente vero.
Tutto vero.