Informazioni che faticano a trovare spazio

L’imbarazzante busto del gerarca Azzariti

AMATO ED AZZARITI

La Corte Costituzionale ha come Presidente, da pochi giorni, Giuliano Amato.

A Giuliano Amato chiediamo se non si vergogna a operare in un luogo in cui viene onorata, con tanto di busto, la memoria di un suo predecessore che ha avuto un ruolo nefasto nella persecuzione fascista antisemita, prima come ispiratore conclamato delle leggi razziali e poi come massimo rappresentante del famigerato organo esecutore del Tribunale della razza.

Parliamo di Gaetano Azzariti, riciclatosi poi nel dopoguerra e grazie all’omertà generale promosso presidente della Corte Costituzionale dal 1957 al 1961.

Ad Amato consiglio gli interventi di un consigliere della Corte, Massimiliano Boni, dedicati al gerarca Azzariti. Sono usciti sulla rivista “Contemporanea” del Mulino col titolo: “Gaetano Azzariti dal Tribunale della razza alla Corte Costituzionale”. Se non li dovesse reperire possiamo sempre farglieli avere.

Perché? Perché non è accettabile che Azzariti continui a godere di quel busto presso la Corte Costituzionale. E’ stato un infame, uno degli aderenti al “Manifesto della razza”.

Il 16 ottobre 2015 anche il Comune di Napoli ha deliberato la cancellazione dell’odonimo Gaetano Azzariti e la contestuale sostituzione con quello di Luciani Pirozzi la cui vicenda umana e familiare è stata ricostruita in “Traditi, una storia della Shoah napoletana”.Nel marzo del 2019 il Comune di Napoli ha deliberato la rimozione della lapide apposta sulla facciata dello stabile dove era nato Azzariti.

E dunque? Presidente Amato: che fare di quell’imbarazzante busto alla Corte?

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