Di nuovo i capi dei Cinquestelle tornano ad impugnare la clava contro chi non è allineato. con una lettera imperativa viene di nuovo utilizzato il famigerato art 21 dello Statuto del Movimento Cinquestelle per espellere chi ha votato in modo difforme sulla fiducia a Draghi, insomma dicendo no (nella foto alcuni coklpiti dal provedimento). Qui di seguito poi la lettera inviata agli espulsi:.
L’articolo 21 utilizzato è assai incostituzionale e inammissibile rispetto ai regolamenti delle Camere. Permette sanzioni come l’espulsione dal movimento sulla base di quanto “disposto dal Capo politico e a prescindere dalla volontà degli iscritti”. Cioè permette a una figura estranea alle Camere – il cosiddetto Capo politico – di decidere in merito all’appartenenza di uno o più parlamentari al gruppo ecc.
E’ una grave anomalia che è stata già segnalata da costituzionalisti (non ultimo Stefano Ceccanti) che ne hanno chiesto conto alla presidenza della Camera, senza peraltro ottenere il chiarimento richiesto.
Intorno allo statuto liberticida e antiparlamentare dei Cinquestelle si è fatto un gran parlare ma intanto lo strumento liberticida è ancora operante, come vediamo in queste ore con l’espulsione dei parlamentari del no alla fiducia per Draghi.
Il sapore stantio è quello delle purghe staliniane e dell’allontanamento del repobro dalla setta. A differenza di qualsiasi percorso normativo democratico e garantista non si permette neanche al colpito dalle misure di potersi difendere e discolpare. La colpa +è dichiarata manifesta e incontrovertibile. l’Inquisizione sembra il modello per questo genere di procedure liberticide.