Il Nord Kivu sopra Goma non è una zona sicura. Per anni ha subito decine di agguati e incursioni. Nel primo semestre del 2020 ha registrato 541 vittime.
Queste mappe sono state elaborate dal ricercatore Christoph Vogel per l’Osservatorio sicurezza Kivu. Sono inserite in un lungo contributo scritto sul suo blog (https://blog.kivusecurity.org/tag/christoph-vogel-2/).
I principali responsabili di questi agguati sono i cosiddetti ribelli rwandesi delle FDLR che agiscono dal Burundi fino ai confini con l’Uganda e che considerano questa zona sopra Goma un loro terreno di caccia. Tre i precedenti certi: il 1 maggio 2018 (quattro commercianti uccisi), sempre nel 2018 sequestrarono per due giorni due turisti britannici e ottennero un riscatto, oinfine il 24 aprile 2020 (17 uccisi, di cui 12 dell’Incc institut pour la conservation de la nature, che probabilmente sono intervenuti anche ieri per il convoglio Pam attaccato)
A capo in questa zona hanno un colonnello che si chiama Gaby Ruhinda. E’ lui di fatto che guida questo esercito dopo la morte del generale Sylvester Mudacamura (2019). I Fdrl sono hutu, alle spalle hanno anche il massacro degli 800 mila tutsi, il genocidio del ’94 nel Rwanda. Il governo di Kigali ha un rapporto bivalente con costoro, di fatto li lascia fare indisturbati.
Torniamo all’agguato: non erano a quanto pare neanche molti, solo sei, nell’assalto mortale al piccolo convoglio Pam – lo ha detto a Jeune Afrique il governatore della zona.
Gariwo invece oggi scrive che Attanasio aveva chiesto ed ottenuto un furgone blindato che però non gli era stato ancora consegnato. E’ così?
A Kinshasa dovrebbero essere già all’opera carabinieri dei Ros inviati dalla Procura di Roma. La prima persona da sentire è Rocco Leone, vicepresidente del Pam congolese, è il terzo italiano che era sul convoglio e che è riuscito a cavarsela.