Si chiama papiro Ebers. E’ conservato a Lipsia, nell’ex Germania dell’Est oggi Repubblica Federale tedesca. Ad inviarlo a Lipsia un egittologo tedesco, Georg Ebers, che nel 1872 si imbatté in un papiro lungo 20 metri e alto 20 cm in cui i medici del tempo di Amenhotep I avevano steso giù tutta la loro scienza. Oltre 700 i rimedi elencati. Contro i rigonfiamenti, cioè gli edemi, i medici egizi usavano allora l’estratto di zafferano silvestre, la colchicina.
Usata per contrastare la gotta, la colchicina pare rappresentare un nuovo rimedio per il Covid. Così dicono studi recenti. Ridurrebbe del 25% le ospedalizzazioni. E dire che nel papiro Ebers c’era già tutto…
Ma veniamo alla ricerca. E’ un gruppo di ricercatori canadesi del Montreal Heart Institute a dirlo. Secondo Jean-Claude Tardif, che ha guidato la ricerca, “è una grande scoperta scientifica” perché la colchicina è il primo “farmaco orale efficace per il trattamento dei pazienti non ricoverati”.
Lo studio ‘Colcorona’, randomizzato in doppio cieco, ha coinvolto 4.159 pazienti la cui positività era stata confermata da test molecolare. Ebbene, secondo la ricerca l’uso della colchicina “ha ridotto del 25% i ricoveri, del 50% la necessità di ventilazione meccanica e del 44% i decessi”.
Ma torniamo al papiro magico (qui sopra una sua immagine).
Georg Ebers lo comprò a Tebe e lo inviò in Germania, dove è custodito nella Biblioteca dell’Università di Lipsia. Veniva però da Luxor dove il primo acquirente era stato un americano, Edwin Smith. Si dice che sia stato rinvenuto tra le gambe di una mummia, ed era risalente alla XVIII dinastia, quella di Amenhotep I ovvero Amenofis I. E’ scritto in ieratico, lingua da scribi, fu tradotto solo nel 1890. Nelle sue 108 pagine ci sono molti rimedi, anche suggestivi come quello di mezza cipolla mischiata alla schiuma della birra intruglio definito “delizioso rimedio contro la morte”. Però…
Forse sarebbe il caso di studiare un po’ meglio questo papiro…
