CENSURA E CORONAVIRUS: GIORNALISTI ESPULSI, SCOMPARSI, ARRESTATI. LICENZE SOSPESE…
Iraq, 15 aprile, sospesa la licenza per tre mesi all’agenzia Reuters per un reportage sul coronavirus.
Giordania: 10 aprile, arrestati Fares Sayegh (a destra nell’immagine() e Mohammad Alkhalidi (a sinistra), rispettivamente proprietario e direttore di Raya Tv per aver dato notizie non gradite. Dal 17 marzo i media erano stati sospesi dal governo per due settimane
Cambogia: il 9 aprile arrestato il giornalista Sovann Rity di Tvfb, per un commento all’intervento del premier sul virus
Serbia: il 3 aprile arrestata Ana Kalic di Nova.rs e rilasciata poi dopo 48 ore. Il 24 marzo arrestata un’intera troupe di KTV.
Egitto: 26 marzo, espulsa l’inviata del Guardian, Ruth Michaelson, per un’inchiesta sul virus. “Avvertito” un giornalista del New York Times.
Marocco: il 22 marzo il ministro della cultura ha ordinato la sospensione delle pubblicazioni.
Oman: il 22 marzo il Times of Oman dà notizia della sospensione governativa dei media.
Iran: il Cpg governativo ha adottato misure restrittive su pandemia e giornali.
Tailandia: vietato dal governo di Gen Prayut di intervistare medici, notizie acquisibili solo da conferenze stampa ufficiali.
Yemen: il giornale Al Jand Post dà notizia della decisione governativa di sospensione delle pubblicazioni dei media.
Cina: scomparso a Wuhan il citizen journalist Li Zehua. In febbraio espulsi tre corrispondenti del Wall Street Journal, gli statunitensi Josh Chin e Chao Deng, l’australiano Philip Wen.
In precedenza sui diritti umani misure anche per Meghan Rajapalan di Buzzfeed..
E’ un’ondata perversa di abusi e interventi di silenziazione che si estende a paesi come Bangladesh, Turchia, Venezuela, Ungheria (dove sotto la voce notizie false, variamente utilizzabile, col governo dai pieni poteri di OIrban si rischiano oggi cinque anni di carcere) ecc.
A denunciare abusi sono l’organizzazione Human Rights Watch, il CPJ (Committee to protect journalists), EJO (European Journalism Observatory), Reporters sans frontières. Ma può bastare?
L’idea proposta qui da noi in Italia dal alcuni medici e virologi su un’intesa preventiva tra auitorità e media nel dare notizie sul virus non è poi nata dal nulla.
Nel mondo sta circolando una freddissima aria di censura che man mano si sta allargando.