Il 90% dei libici è contrario all’accordo Italia-Libia sui migranti.
Nella Libia dell’Est la percentuale è del 96%. Lo rivelano due indagini che le associazioni delle donne libiche hanno appena portato a termine in Libia e che venerdì 27 ottobre sono venute a illustrare a Roma in un convegno alla Camera dei deputati organizzato dall’associazione Minerva. I libici temono che la ricaduta dei migranti sia tutta su di loro. E considerano il vero problema lo stato dei propri confini al sud che è un colabrodo.
Un altro dato è quello dell’ingrossamento dei migranti “detenuti” nei 34 centri di trattenimento ufficiali e in una miriade di altre strutture illegali. Quanti sono oggi i migranti in Libia? Forse oltre 300 mila. I dati sono difficili da ricavare, si sa ad esempio che seimila migranti sono stato trasferiti dopo la caduta di Sabrata (nella foto i camion zeppi di migranti in partenza per ignote destinazioni).
Mentre l’Italia appare soddisfatta del calo di attivi, scesi a poco più di 100 mila quest’anno contro i 156 mila dell’anno precedente, che succede nei luoghi di detenzione dove secondo un aggettivo usato dalla relatrice El Mansouri è “disastrosa”.
Ci sono 40 mila bambini “detenuti” nei centri libici. Il 15% dei migranti è affetto da malattie gravi, tra cui Aids ed Epatite, ha ricordato l’avvocatessa Al Fakhri.
Penoso infine il livello d’intervento della cooperazione italiana che mette insieme negli ultimi due anni circa 20 milioni di euro. In un paese come la Libia dove i giovani, in genere disoccupati, trovano come fonte di lavoro e di reddito la sola strada dell’adesione alle organizzazioni della criminalità organizzata.