Repubblica anticipa un brano del libro di Concetto Vecchio su Giorgiana Masi. Contiene affermazioni dell’agente ritratto quel 12 maggio del 1977 con la pistola in mano. Il libro è pubblicato da Feltrinelli.
L’agente Giovanni Santone viene presentato come una vittima. Un perseguitato. E Concetto Vecchio riporta quello che l’agente dice, anche che Giorgiana Masi fu vittima di “fuoco amico”.
Non è questa affermazione basata come sempre sull’assenza di elementi certi a interessarmi.
Mi interessa piuttosto che non risultino in questa anticipazione le ovvie domande che andavano fatte all’agente:
-Chi le chiese di estrarre l’arma?
-Usò quel giorno la pistola?
E soprattutto è assai irritante che non sia stato ricordato all’agente Santone che quel giorno la polizia sparò ad altezza d’uomo, in piazza della Cancelleria in direzione di Campo de’ Fiori, come dimostra inequivocabilmente il filmato che un cittadino fece dalla sua abitazione e mise poi a disposizione del Partito Radicale e di Lotta continua che ne fecero ampia diffusione.
-Perché la polizia sparò a piazza della Cancelleria?
Queste tre domande mancano nell’anticipazione che Repubblica ha messo in una pagina ieri del giornale e anche sull’edizione online.
Quanto a Cossiga che secondo l’agente non sapeva nulla ed era comunque un galantuomo mi limito a ricordare quanto ebbe a dire allora. Disse che si fosse dimostrato che la polizia aveva sparato lui si sarebbe dimesso. Poco tempo dopo queste chiassose dichiarazioni i radicali proiettarono il filmato di piazza della Cancelleria dove si vedeva chiaramente un agente in divisa, protetto da una delle colonne dell’ingresso del palazzo, sparare ad altezza d’uomo. Cossiga non si dimise.
Tra pochi giorni sarà il 12 maggio. Non c’era peggior modo di ricordarlo.
E questo è il link in cui si trova il filmato di piazza della CXancelleria (basta arrivare al minuto 0,41 per vedere gli spari)
https://www.youtube.com/watch?v=GUG3xtVHrPE
Riporto infine su questo punto della Cancelleria quanto scritto nel libro bianco curato dai radicali:
Alla nostra replica si è affiancato un gruppo di giornalisti, presenti l’altro ieri in piazza della Cancelleria e del quale fanno parte accanto a Renato Gaita e Marco Cianca del »Messaggero”, Luigi Irdi e Ferdinando Proietti del »Corriere della Sera , Carlo Rivolta della »Repubblica , Pino Bianco del »Paese Sera , Stefano Bonilli e Vincenzo Sparagna del »Manifesto , Pino Palmieri e Daniele Repetto della Adn Kronos. Anche vari fotografi, tra cui il fotoreporter Tano D’Amico, affermano di aver riconosciuto l’agente nell’uomo armato.
I giornalisti hanno firmato una nota in cui si rileva che »Il Messaggero »pubblica in prima pagina la fotografia di un agente in borghese con una maglia bianca, appostato tra le automobili in sosta con una pistola in pugno. Noi — dice la nota — che ci trovavamo sul luogo per svolgere il nostro lavoro di cronisti, possiamo testimoniare che quella fotografia è stata scattata in piazza della Cancelleria, che l’agente ritratto sul »Messaggero non era il solo, e che per tutto il pomeriggio del 12 in corso Vittorio, tra piazza della Cancelleria, piazza di San Pantaleo e via dei Baullari, hanno agito in sincronia con i reparti degli agenti in divisa, numerosi uomini in borghese e armati i quali, essendo alle dirette dipendenze dei funzionari di polizia che dirigevano le operazioni, hanno a più riprese aperto il fuoco il direzione di Campo de’ Fiori dove si trovava un gruppo di manifestanti che lanciavano sassi.
»Questi agenti in borghese, occorre notare, avevano capelli lunghi e indossavano abiti tali da confonderli facilmente con i manifestanti. Lo stesso agente che compare sul ”Messaggero”– conclude il documento — è stato poche ore più tardi ripreso dalle telecamere del TG 1 mentre con un bastone si aggirava sul ponte Garibaldi subito dopo che la barricata eretta dai dimostranti era stata sgomberata>.