Catturato in Argentina il latitante Jorge Olivera, condannato nel 2013 all’ergastolo per omicidi compiuti sotto la dittatura, responsabile della morte della giovane franco-argentina Marie Anne Erize di soli 24 anni.
Olivera, ex maggiore del Rim 22, era diventato avvocato e aveva difeso sia Erich Priebke che il generale Guillermo Mason.
In Italia, nel 2000, arrestato mentre era in transito all’aeroporto di Fiumicino per un mandato di cattura internazionale emesso dalla Francia era riuscito a riottenere la libertà e a riguadagnare l’Argentina, grazie a carte false come un presunto certificato di morte della ”desaparecida” Marie Anne Erize.
La polizia argentina ha dunque catturato Olivera, latitante dal luglio 2013 (in calce il link del quotidiano argentino Pagina 12 di oggi 31 gennaio 2017).
Condannato all’ergastolo il 5 luglio 2013, al termine di un processo durato un anno e otto mesi di fronte a una corte del Tribunale di San Juan, Jorge Olivera era riuscito a fuggire, venti giorni dopo, dall’ospedale militare di Buenos Aires dove si era fatto mandare per una visita.
Ora l’hanno trovato in casa della moglie, a San Isidro, dove era nascosto nel bagagliaio di un’auto. La cattura è stata effettuata dagli uomini del Procuratore Franco Picardi.
Il processo in cui era stato condannato lo aveva visto alla sbarra insieme ad altri sei accusati di omicidio, sequestro di persona, torture, perlopiù effettuati nel centro clandestino della Marquesita, un ex centro vacanze trasformato in luogo di tortura e morte dagli uomini di Olivera tristemente conosciuti come quelli delle Ford Falcon, le auto con cui realizzavano i sequestri di persona.
La corte aveva condannato Olivera all’ergastolo insieme a due poliziotti, Orlando Martel e Horacio Neto. Per altri 3 imputati la condanna era stata a 25 anni, per uno infine a 10 anni.
Olivera è stato negli anni settanta collaboratore del generale Carlos Guillermo Suarez Mason (iscritto alla P2), a sua volta braccio destro di Jorge Rafael Vileda nel golpe che nel 1976 diede inizio al regime militare argentino,
Secondo l’ accusa del magistrato francese Roger Le Loire era lui il responsabile del campo di prigionia della zona di San Juan dove sono “scomparsi” vari cittadini francesi, fra cui la giovane Mariana Erize Tisseau.
Olivera era stato già arrestato in Italia nel 2000, il 6 agosto, all’aeroporto di Roma mentre era in transito con la moglie con la quale festeggiava le nozze d’argento. Aveva fatto allora 44 giorni di carcere e poi era stato liberato, in seguito a una cavillosa lettura dei suoi addebiti. Dato che gli era stato imputato per l’arresto richiesto dalla Francia il sequestro di persona e la tortura fu un misterioso certificato di morte della Erize esibito dalla difesa in aula del tribunale a permetterne la scarcerazione. Quel certificato era un falso ma gli era valso la scarcerazione. Inutile tenerlo dentro per reati “minori” se era intervenuta la morte, e pazienza se era stata per un omicidio, visto che i magistrati francesi non glielo avevano contestato.
Una soluzione assurda quanto clamorosa.
Anne Marie Erize era invece una giovane modella che grazie all’amicizia di un amico “montonero”, Daniel Rabanal, aveva iniziato a occuparsi di favelas nella cintura di Buenos Aires, le tristi villas miseria come Bajo Belgrano.
Marie Anne era stata sequestrata il 15 ottobre 1976 da tre uomini, di fronte ad un negozio di biciclette, all’angolo delle strade General Acha ed Abraham Tapia, nelle vicinanze di Plaza de Mayo, dove si era recata per ritirare la sua bicicletta appena fatta riparare; la sua scomparsa fu immediatamente denunciata dalla madre ma, al pari di tutte le persone che sarebbero successivamente scomparse, le autorità non fornirono notizie e, a seguito delle insistenze dopo il ritrovamento della bicicletta, fu data l’inequivocabile risposta della sicura morte della giovane.
Dopo la fine della dittatura militare, sotto la presidenza di Raúl Ricardo Alfonsín, fu creata la Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas (Conadep), incaricata di investigare sul destino delle persone scomparse redigendo il rapporto “Nunca más” che comprendeva anche il caso della giovane di origini francesi e, grazie alle testimonianze raccolte, fu possibile identificare i responsabili ed i colpevoli dell’omicidio nelle persone del generale Luciano Benjamin Menendez, del maggiore dell’esercito Jorge Olivera e di Eduardo Vic che vennero accusati di crimini contro l’umanità.
Da anni i familiari di Marie Anne si battono per la loro giovane congiunta chiedendo giustizia. Un anno fa la madre Françoise, che ha ora 88 anni, è venuta a Roma dove è stata ricevuta da Papa Francesco. Con lei anche la sorella minore della vittima, Marie Noelle che vive in Spagna (nella foto sopra), e il fratello Marc, che vive in Brasile.
A Roma un centro antiviolenza, quello di Tor Bella Monaca è intitolato a Marie Anne Erize.
https://www.pagina12.com.ar/17227-detuvieron-al-profugo-olivera-condenado-a-perpetua-por-delit