Informazioni che faticano a trovare spazio

Renzi è stato bocciato dai giovani

Ha fatto il job act. Ha sparso sul paese i voucher. Ha mantenuto e accresciuto l’esercito di poveri precari e di giovani senza reddito. Non ha mai voluto sporcarsi le mani col reddito sociale garantito. Ha abolito l’articolo 18, ha permesso licenziamenti politici, ha consentito alla Fiat di andarsene via all’estero senza restituire al paese nulla di quanto succhiato per anni e anni.

L’economia è stata il vero pantano in cui è finito il governo e c’è poco da stupirsi se alla prima occasione elettorale di fornire un verdetto gli è stato risposto massicciamente no.

Un’indagine pubblicata oggi dal Sole 24 Ore dice che a votare no sono stati soprattutto giovani e precari (http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/12/05/referendum-dire-no-stati-giovani-disoccupati-meno-abbienti/?refresh_ce=1)

Era una novità? No che non lo era. Ecco una rilevazione dell’International Business Time di poco tempo fa. Titolo? “Ocse, salari più bassi, contratti precari in aumento, disoccupazione giovanile al 42,7%…”

E dunque se questo ha alimentato il No cosa ha alimentato il Sì? Se ne desume che in quel 40% Renzi abbia raccolto altre categorie di posizione sociale ed età.

Però, si risponde da parte dei suoi fans, questo era il governo del possibile, il governo migliore del momento…

Bisognerebbe individuare i limiti del meglio e del peggio, purtroppo sdrucciolevoli.

Ma come si fa a chiudere gli occhi di fronte al tentato putsch costituzionale che per fortuna, come capita a volte anche per ragioni non specchiatissime, è stato poi ostacolato da parte delle forze che l’avevano inizialmente appoggiato?

La Costituzione non è certo un feticcio ma ci sarà pure una ragione perché nella maggioranza dei paesi occidentali il Senato esiste, con poteri via via diversi ma certamente non ridotti al lumicino come avrebbe voluto Renzi.

Il punto è anche questo: si sarebbe dovuto ridurre il peso dei politici? Bene, allora sarebbe bastato un lifting dimezzando il  numero complessivo di senatori e deputati. Lasciando però competenze reali anche al Senato.

Non si è fatto questo ma solo un lifting autoritario assai, liquidando di fatto il Senato e rendendo una parodia il futuro bicameralismo.

Eh no, in un paese dove è ancora in vigore l’Italicum (“una legge elettorale che tutta l’Europa ci copierà”, così la salutò sul nascere Renzi) concedere all’esecutivo una sola Camera in cui comandare senza di fatto opposizione è un suicidio della democrazia.

Non è finita in questo modo, meglio così.

L’operazione però è stata sostenuta da parecchi elettori, anche desiderosi di mantenere una governabilità esente dal ricatto grillino e della destra populista.

Pur di tenere in piedi Renzi hanno giurato a se stessi che i cambiamenti proposti erano una buona riforma. Per sostenerlo hanno assunto spesso posizioni decisamente antidemocratiche, agitando il feticcio della governabilità.

Ora dovranno ricredersi però. Prima o poi dovranno farlo.

Per il momento però si gingillano agitando lo spauracchio delle destre, senza rendersi conto che le destre in questo momento pur avendo vinto col No sono assai malmesse, prive di leadership e assai rissose tra loro.

Non vedono comunque la vera natura del No, milioni di voti che vanno oltre le destre e la sinistra del No, i voti di chi ha ricordato che in questo paese non c’è futuro per i giovani.

Da qui bisogna ripartire se si vuole andare avanti. Cercando di ridare un senso alla parola “sinistra” che deve essere recuperato, allontanandosi dai voucher e dal job act, dalla buona scuola, dai tagli indiscriminati alla sanità, dallo stupido servilismo alla Nato, dagli F35 ecc ecc.

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