Da dove nasce tutto questo astio contro le Costituzioni europee?
Lo spiega la banca JP Morgan, nel suo documento sull’Europa pubblicato tre anni fa. Ecco che cosa hanno scritto i banchieri di Wall Street sulle “deprecabili” Costituzioni uscite dalla caduta delle dittature (https://culturaliberta.files.wordpress.com/2013/06/jpm-the-euro-area-adjustment-about-halfway-there.pdf ). :
“The political systems in the periphery were established in the aftermath of dictatorship, and were defined by that experience. Constitutions tend to show a strong socialist influence, reflecting the political strength that left wing parties gained after the defeat of fascism. Political systems around the periphery typically display several of the following features: weak executives; weak central states relative to regions; constitutional protection of labor rights; consensus building systems which foster political clientalism; and the right to protest if unwelcome changes are made to the political status quo. The shortcomings of this political legacy have been revealed by the crisis…”.
Cioè: “I sistemi politici in periferia sono stati stabiliti in seguito alla caduta della dittatura, e sono stati definiti da quell’esperienza. Le Costituzioni tendono a mostrare una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato dopo la sconfitta del fascismo. I sistemi politici intorno alla periferia tipicamente visualizzano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli; governi centrali deboli relativi alle regioni; tutela costituzionale dei diritti dei lavoratori; sistemi di costruzione del consenso che favoriscono clientelismo politico; e il diritto di protestare se vengono apportate modifiche sgraditi allo status quo politico. Le carenze di questa eredità politica sono state rivelate dalla crisi … “.
Con la modifica dell’art.117 della Costituzione e dell’art. 75 relativo ai referendum c’è un’oggettiva coincidenza di vedute tra la riforma e quanto espresso nel documento della JP Morgan.
Il succo dell’operazione di revisione delle Costituzioni lo ha ben sintetizzato Barbara Spinelli: “Siamo davanti a una precisa strategia: l’obiettivo consapevolmente perseguito non è un governo democratico normale, ma una governance. Non è l’interesse di tutti, ma di piccole cerchie e di poteri forti ben protetti dalle incognite del suffragio universale e dalle regole legate agli interni equilibri della democrazia costituzionale”.