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Piaga Guantanamo: dopo gli uiguri ora un nuovo rilascio, quello di uno yemenita che sarà accolto in Italia

A Guantanamo ci sono ancora 78 prigionieri, 28 dei quali privi di una chiara accusa.

La maggioranza dei prigionieri di Guantanamo è detenuta da anni senza che siano state formulate accuse ufficiali o che vi sia stato un processo.

Ora gli Usa decidono di liberarsi del 79° detenuto, uno yemenita, Ahmad Yahia Suleiman. Era a Guantanamo da 14 anni. L’Italia lo accoglie per “motivi umanitari”.
Il Pentagono non ha però fornito alcun dettaglio sulla situazione legale del nuovo prigioniero che sarà liberato e inviato in Italia, “Dal canto nostro – ha dichiaro Gonnella dell’associazione  Antigone – ci mettiamo a disposizione per assicurare, nel caso ce ne fosse bisogno, la difesa a Fayiz Ahmad Yahia Suleiman”.

L’Italia accoglie dunque per motivi umanitari un detenuto della base di Guantanamo“, aperta dopo l’invasione dell’Afghanistan avvenuto in seguito all’attentato delle Torri Gemelle. Lo rende nota la Farnesina spiegando che l’Italia, acconsentendo alla richiesta degli Stati Uniti, ha accettato l’istanza di Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, cittadino yemenita detenuto nel campo di Guantanamo, di essere accolto per motivi umanitari”. La decisione del governo italiano “è in linea con la dichiarazione congiunta Ue-Usa del 15 giugno 2009 a sostegno della chiusura del campo di detenzione e con quella della Commissione Ue di aprile 2013.

Con il trasferimento in Italia di Suleiman, scende a 78 il numero dei detenuti a Guantanamo. Washington “è grata al governo italiano per il suo gesto umanitario” di aver accolto un detenuto da Guantanamo e “per la volontà di sostenere gli attuali sforzi americani di chiudere la prigione”. Lo dichiara in una nota il Pentagono. Gli Usa, si legge, si sono coordinati con il governo italiano per garantire che questo trasferimento avvenga rispettando le misure di sicurezza e il trattamento umano.
Dal gennaio del 2002 nella base Usa a Cuba sono stati imprigionati, su ordine dell’allora presidente George W. Bush, i cosiddetti “nemici combattenti”. Per Guantanamo – dove furono rinchiusi i Taliban accusati di fare parte di al Qaeda – sono passati circa 800 persone e al picco della sua attività, nel 2003, la struttura ne ospitava 650.

Suleiman, 41 anni, nato in Arabia Saudita, era detenuto da più di 14 anni. Il suo trasferimento era stato autorizzato sin dal 2010. Dei 78 prigionieri ancora a Guantanamo, 28 sono, come Suleiman, considerati dalle autorità Usa “trasferibili” in un altro Paese ma che non può essere quello d’origine dove rischierebbero di finire di nuovo in prigione o peggio.

Barack Obama, che il 20 gennaio 2009 (giorno del suo insediamento alla Casa Bianca) promise solennemente di chiudere Guantanamo, non riuscirà a vedere realizzato questo obiettivo entro la fine del mandato, a gennaio 2017. Il Congresso, ora a maggioranza repubblicana ma anche quando i democratici avevano la maggioranza in Senato, ha sempre boicottato i progetti del presidente di trasferire negli Usa i detenuti.

Secondo le statistiche della stessa amministrazione Usa, il 13% dei detenuti liberati dopo l’insediamento di Obama hanno ripreso le armi. Tra questi 14 hanno partecipato ad attacchi in cui sono morti americani, ha riferito l’inviato speciale di Obama per la chiusura di Guantanamo, Paul Lewis.

Ma la situazione di Guiantanamo restra paradossale. Ce ne siamo occuparti in passato con la sto ria, folle, degli oltre venti uiguri imprigionati e poi rilasciati al termine di una pazzesca procedura che ha interessato decine di stati, compresi quelli accoglienti di Alobania, Svezia, Bahamas e Palau (vedi in questo blog la loro storia,. Basta scrivere nella query “uiguri”). Oppure ecco il link:

Guantanamo, la pazzesca storia dello “smaltimento” dei 22 uiguri cinesi innocenti

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