Un comico tedesco, Jan Boehmermann, a processo per richiesta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Il governo di Berlino ha deciso di concedere l’autorizzazione al procedimento penale contro il comico della Zdf Jan Boehmermann «reo» di aver composto una poesia satirica sul presidente turco.
A darne notizia è stata la cancelliera Angela Merkel con tanto di dichiarazione ufficiale. Alla decisione hanno infatti preso parte oltre alla cancelliera, il vice-cancelliere Sigmar Gabriel e i ministri di Esteri, Interno e Giustizia. «Dopo un’accurata riflessione — ha spiegato il responsabile degli Esteri Frank-Walter Steinmeier in una dichiarazione alla stampa — i ministri dell’Spd hanno votato contro l’autorizzazione al processo. In situazione di parità ha deciso il voto della cancelliera».
Il caso è scoppiato il 31 marzo scorso quando il comico ha recitato alcuni versi satirici contro il presidente turco durante la trasmissione «Neo Magazin Royale» sull’emittente Zdf. L’intervento di Boehmermann ha un antefatto: in una trasmissione satirica in onda sulla NDR di Amburgo, Extra3, era stato preso in giro Erdogan con un video e una canzone di sfottò intitolata “Erdowie, Erdowo, Erdogan” .
La Turchia aveva protestato richiamando addirittura l’ambasciatore tedesco a rapporto, ma la Germania aveva respinto le richieste turche anche perché la canzone non sorpassava mai i limiti della libertà di espressione ed era una critica politica nei confronti del presidente turco.
Il 31 marzo allora su Zdf è intervenuto il comico Jan Boehmermann che ha risposto all’intervento di Erdogan leggendo una poesia in cui Erdogan è attaccato con crudi riferimenti sessuali (aver fatto sesso con pecore e capre), per aver represso le minoranze, aver preso a calci i curdi e aver picchiato i cristiani. Ne è scattata una nuova richiesta di incriminazione.
A fianco di Jan Boehmermann si sono schierati numerosi artisti tedeschi: con una lettera aperta alla «Zeit» hanno chiesto l’archiviazione delle indagini sul comico. « La discussione e le critiche a Jan per i suoi versi satirici verso Erdogan appartengono al dibattito culturale e non a un’aula del tribunale di Magonza» si legge nel testo. E ancora: «L’arte non può prodursi se gli artisti devono temere che le loro opere possono condurre a una denuncia o essere censurate».
Ma ora il governo Merkel ha deciso di genuflettersi alle richieste di Erdogan.