Informazioni che faticano a trovare spazio

No al governo ammazza nonne: tre anni fa Renzi ironizzava su questa intenzione che ora è reale. Diceva: “Se non fosse una cosa seria, sarebbe quasi divertente!”

Renzi

Nel 2013 Matteo Renzi reduce da Servizio Pubblico dove aveva toccato, malamente, la questione pensioni di reversibilità parlando di sua nonna, smentì come fa sempre il problema:

“Da due giorni sui social network fioriscono i commenti – scrive Renzi su Facebook – di chi dice che voglio tagliare le pensioni, che voglio abolire la reversibilità, che voglio affamare i pensionati. Se non fosse una cosa seria, sarebbe quasi divertente!”.

Di fronte a quello che sta succedendo – la presentazione di una legge delega che va invece in questa direzione – le parole si commentano da sole. Renzi si è rimangiato il commento di allora. Purtroppo la sua mania anti-vedove era “una cosa seria”.

Così ora questo attacco alle pensioni di reversibilità sta diventando un fatto reale che, spero, gli costerà assai caro. Il fatto è che il governo produce un disegno di legge che col suo meccanismo vuole materialmente togliere la pensione di reversibilità a un grande numero di persone, in larga maggioranza vedove. E’ un’iniziativa ammazza-vedove che deve essere contrastata con decisione.

L’idea che togliendo alle vedove si favoriscono i giovani è una menzogna ed è frutto della più bieca demagogia.

Ma cosa aveva detto di sua nonna Matteo Renzi?

“Mia nonna… mia nonna è ancora viva, chi l’ammazza, mia nonna è straordinaria. Ha perso il marito in condizioni molto tristi 41 anni fa. Aveva sei figli. Giustamente è scattato il meccanismo della reversibilità. Vorrei anche vedere, perché mia nonna con sei figli ha campato grazie a questa pensione. Mia nonna, oggi, dopo 41 anni continua ancora a prendere la reversibilità. È già bisnonna. È giusto che continui a prendere la stessa cifra che prendeva allora e che è una cifra di 3.000 euro al mese? È giusto? Secondo me questo è un meccanismo sul quale possiamo intervenire in qualche modo. O noi abbiamo il coraggio di intervenire o continuiamo a tenere fuori i nostri ragazzi dalle occasioni di lavoro”.

Ecco quanto.

Ora si spera che in commissione Lavoro alla Camera  questa nuova vigliacca iniziativa tesa a far cassa sulla pelle degli anziani  venga stoppata. E fin da ora – caso mai dovesse passare – c’è da prevedere una marea di giusti ricorsi alla magistratura contro la brutale e incostituzionale abolizione di diritti acquisiti da famiglie che hanno pagato i dovuti contributi per anni, contributi che ora non avrebbero più alcun valore.

Aggiornamento di oggi lunedì 15 febbraio:

L’ammazza-vedove non demorde. La proposta contenuta nel disegno di legge che fa discutere vorrebbe collegare il diritto di ricevere una parte della pensione del coniuge scomparso, la rendita di reversibilità, non più al reddito ma all’Isee, l’indicatore che tiene conto non solo dei guadagni ma di tutto il patrimonio (polizze, risparmi, case e così via) del superstite e di quanto numerosa sia la famiglia di cui il titolare dell’assegno fa parte. Secondo quanto precisato oggi da una nota del governo le novità non sono retroattive. Varranno, se la norma viene approvata, per i trattamenti successivi all’entrata in vigore delle nuove regole.

Di male in peggio: ora si vogliono colpire i lavoratori ancora vivi che una volta morti non daranno più la pensione di reversibilità ai loro congiunti.
Insomma, si pagherebbero contributi che poi vengono “succhiati” dallo Stato senza alcuna contropartita per chi ne ha diritto.
Anche questa idea che è pessima va combattuta fin da ora.

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