Un segno di solidarietà con i giornalisti arrestati in Turchia oggi a Roma sotto la sede dell’ambasciata turca è stato portato dalla delegazione di giornalisti italiani che hanno raccolto l’invito della Federazione stampa. Alla testa del presidio era il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti. L’associazione Pressing che ha aderito così come Reporters sans frontières, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, Amnesty International, ha esposto lo striscione “No bavaglio” (nella foto) e ha diffuso il seguente comunicato:
Difendere la libertà d’espressione e di stampa in Turchia è un imperativo anche dei democratici e dei giornalisti italiani, la liberazione dei giornalisti arrestati in Turchia per aver esercitato il loro dovere d’informazione è la richiesta più urgente da avanzare. L’iniziativa adottata dai giornalisti italiani attraverso la Federazione stampa in sostegno ai colleghi arrestati in Turchia deve portare alla liberazione del direttore di Cumhuriyet Can Dundar e del caporedattore Erdem Gul arrestati ormai da due mesi con un’accusa inaccettabile di spionaggio solo per aver portato alla luce traffici di settori dello stato turco con i terroristi di Daetsch.
Con loro sono in carcere in Turchia anche altri giornalisti, colpiti per aver esercitato gli stessi doveri di informazione. E con loro sono finiti nel mirino della repressione ora anche docenti e insegnanti. Che cosa sta avvenendo dunque4 in Turfchia?
Inutile si è dimostrato finora lo stesso appello rivolto all’Unione Europea da Dundar e Gul che hanno sottolineato essere “stati arrestati e detenuti in attesa di giudizio per aver esercitato queste libertà e per aver difeso il diritto dei cittadini a essere informati”. “Il premier turco e il regime che rappresenta sono noti per le loro politiche e pratiche che ignorano completamente la libertà di stampa e i diritti umani”, hanno ricordato i giornalisti arrestati.
Come giornalisti italiani mobilitati contro tutti gli attacchi alla libertà di stampa nel mondo troviamo particolarmente inaccettabile la detenzione di colleghi che così opportunamente hanno svelato ignobili traffici sottobanco con i peggiori nemici dell’umanità in questo momento storico. Dundar e Gul, con tutti gli altri giornalisti, devono essere difesi dalle democrazie, siamo convinti che la Fnsi saprà esercitare in ogni sede compresa la stessa Turchia il suo mandato in difesa della libertà di stampa.