A proposito di Stefano Cucchi e di altri. Vedo che c’è chi scrive la solita frase: “Lasciamo fare ai giudici…”.
Ecco nei giorni scorsi è morto Antonino Allegra. E ha lasciato al figlio perché lo pubblichi il suo memoriale. A 46 anni da Piazza Fontana e dalla morte di Giuseppe Pinelli arriverà dunque uno scritto “postumo” del poliziotto che guidava allora l’Ufficio Politico della Questura di Milano.
Quarantasei anni per dirci cosa?
Prima di Allegra è morto Gherardo D’Ambrosio, il procuratore che invece investigò sulla morte di Pinelli e che singolarmente non si accorse, prima di chiudere l’istruttoria con quello scandaloso esito del “malore attivo” con cui Pinelli avrebbe contribuito alla propria morte, che nelle stanze dell’Ufficio Politico era calato da Roma uno squadrone di ben 12 uomini dell’Ufficio Affari Riservati, guidati da Silvano Russomanno…
Questo lo abbiamo appreso poi da altri giudici come mostra l’inchiesta su Argo 16.
Eppure nessuno ha mai sentito il dovere di appurare se quegli uomini che a Milano portarono la “pista anarchica” e che di fatto si impossessarono dell’Ufficio Politico erano dentro la stanza in cui veniva interrogato l’anarchico Pinelli. Russomanno è morto anche lui poco tempo fa. Non risulta nessun memoriale da parte sua…
Ora dunque ecco che contro Ilaria Cucchi i commenti meno avvelenati tornano a ripetere la frase: “Lasciamo fare ai giudici…”. Certo dalla morte di Stefano Cucchi sono passati “solo “ 6 anni, non 46…
Ma perché i solerti fustigatori di Ilaria Cucchi non si occupano anche di un altro problema, il seguente: perché gli indagati per l’omicidio di Stefano Cucchi sono ancora in servizio e non sospesi cautelarmene?