Domiziano portò anche l’acqua Claudia al Palatino ed eresse il monumentale complesso di ambienti che gli servivano da vestibolo verso il Foro, con ingressi sul lato della Velia all’altezza dell’arco di Tito al Foro Romano, un altro attraverso la domus Tiberiana sul clivus victoriae ed un altro ancora attraverso la domus Gai sul Foro…
Riapre dopo anni di chiusura la straordinaria “rampa” imperiale domitianea che dal Foro romano portaa in alto al Palatino andando a sbucare sul Clivo della vittoria (attualmente chiuso), la salita sul versante del Velabro e di San Teodoro che col Clivus Palatinus sull’altro versante compone l’accesso al sommo colle romano.
Un lungo e complesso restauro curato dalla Sovrintendenza archeologica restituisce finalmente alla visita un ambiente a volta di grande suggestione, una rampa coperta da alte volte in parte collassate e ora sostituite con strutture di legno lamellare, oltre a vetrate.
L’ambiente si apre all’altezza del Tempio di Romolo, sul fronte Palatino che in alto è occupato prima dalla domus tiberiana e infine sulla sommità dagli Orti Farnesiani cinquecenteschi, il primo giardino botanico sorto al mondo.
Domiziano aveva costruito su tutto il Palatino una imponente struttura che arrivava fino al fronte sul Circo Massimo. Sua l’idea di un collegamento diretto col Foro Romano e con la via Sacra, grazie a queste rampe che con le loro alte volte danno un’idea della maestosità cercata dall’imperatore. Il grande palazzo sul colle Palatino fu progettato dall’architetto Rabirio e venne terminato intorno al 92 d.C.
Martedì il manufatto restaurato verrà presentato dal sovrintendente archeologico Francesco Prosperetti. Il restauro è stato curato da Patrizia Fortini e Claudia Del Monti.