Bilancio terribile della strage di Ulus a Ankara: quasi 90 morti. E centinaia di feriti. Colpiti i curdi di Demirtas, il partito moderato rivelazione delle ultime elezioni.
La strage richiama le due precedenti di giugno (Diyarbakir) e luglio (Suruc), ancora una volta contro i curdi. Principali accusati, allora, l’Isis e i servizi segreti turchi.
Ora il Pkk ha annunciato il cessate il fuoco unilaterale. Dopo i bombardamenti turchi dei curdi che in Siria combattono l’Isis il Pkk aveva reagito riprendendo le ostilità, con attentati e attacchi alle guarnigioni militari.
Erdogan si ritrova sotto accusa: in ogni caso le bombe, che i manifestanti di Ulus hanno definito “bombe di stato”, impediscono una campagna elettorale normale. L’ipotesi che a farle esplodere siano stati kamikaze dell’Is non risolve il problema: in queste condizioni è difficile ipotizzare elezioni.