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A Vallarsa il tema scabroso e dimenticato nel centenario della Grande Guerra: i soldati finiti in manicomio


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A Vallarsa, la valle trentina che sta sotto il Pasubio, si è parlato dei soldati della Grande Guerra finiti negli ospedali psichiatrici. Grazie al festival “Tra le rocce e il cielo” che giunto alla sesta edizione ha deciso di dedicare una giornata al tema che ha riunito vari relatori nel Teatro di Sant’Anna, una delle frazioni del comune. E come è stato poi ricordato dal direttore del Museo Storico del Trentino Beppe Ferrandi intervenuto alla presentazione del film che ha concluso il convegno, “Scemi di guerra” di Enrico Verra, se fa onore al festival aver voluto ricordare questo aspetto tragico e dimenticato della prima guerra mondiale va anche rilevato che esso è stato tralasciato in genere dalle celebrazioni del centenario. Si spera che nel 2018, a conclusione del centenario, questa grave lacuna venga colmata.

Il fenomeno italiano è stato riepilogato, nel corso del convegno coordinato dal ricercatore di storia Nicola Spagnolli, dall’intervento di  Andrea Scartabellati autore di “Dalle trincee ai manicomi” e da me, mentre Gregorio Pezzato psicoterapeuta e dell’associazione alpini della Vallarsa ha dato notizie di una ricerca fatta negli archivi dei manicomi di Verona e Padova e non ancora pubblicata. L’economista ungherese Lazlo Urban (nella foto mentre illustra il suo intervento con immagini di diari di soldati ungheresi) ha riferito invece del problema visto dai soldati ungheresi che erano stati inviati al fronte dall’Impero austro-ungarico. Un aggiornamento all’oggi è stato infine fatto (oltre che dalla psicologa Manuela Bailoni) dallo psichiatra statunitense Brian Ramsey che ha fornito un’ampia descrizione del trauma da guerra, con un buon 20% dei soldati americani reduci da Afghanistan ed Iraq colpiti dal trauma e dalla depressione. Un fenomeno che solo nel 2012 ha prodotto 8000 suicidi (22 al giorno) tra i  veterani.  Infine è seguita, molto applaudita, la proiezione dei 50 minuti di “Scemi di guerra”, reperibile anche sulla rete e allegato al libro che Quinto Antonelli ha pubblicato da Donzelli (Storia intima della grande guerra).

Il 23 agosto il libro di Antonelli ha aperto poi la presentazione di quattro volumi che il festival ha scelto nella ricca produzione di quest’anno dedicati alla Grande Guerra, I quattro volumi sono stati proposti al pubblico salito al Forte Pozzacchio della Vallarsa. Dopo Antonelli è toccato a me con “Eroi e poveri diavoli della Grande Guerra”. Sono seguiti il diario dello Standschutzen Ludwig Fasser, “Di fronte”, presentato dalla traduttrice Rossella Resi e infine di Maria Teresa Caprile e Francesco De Nicola l’ampia rassegna “Gli scrittori e la Grande Guerra”.

 

 

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