Informazioni che faticano a trovare spazio

Un nuovo Presidente per il Museo della Shoah di Roma. Auguri a Mario Venezia. Ma il Comune e il governo vogliono davvero questo museo?

Mario Venezia è il nuovo Presidente della Fondazione del Museo della Shoah di Roma. L’annosa vicenda del museo che non c’è e che ci dovrebbe essere si arricchisce di un nuovo capitolo. A dare forfait è stato Leone Paserman, da sette anni Presidente della Fondazione in precedenza Presidente della Comunità ebraica di Roma.

Perché si è dimesso Paserman? Perché non ci crede più. Nel senso che ha avvertito un isolamento duro a superare. Di che si tratta? Il Comune di Roma promette ma non fa. Non fa perché ha contro il governo Renzi. Marino avrà chiesto, come già fu fatto col governo Monti, una deroga al Patto di Stabilità. Monti la dette nel 2013. Renzi finora non ha dato nulla.

Poi ci sono altri problemi, come quelli dello scarso appoggio del Comune in termini di personale: c’era (tre funzionari), da poco è stato revocato. E non si fanno bandi per sostituirlo. Il risultato è il vuoto di personale.

Ora il pallino passa a Mario Venezia. Venezia porta in dote il nome della sua famiglia, il cognome è quello del suo grande padre Shlomo morto da poco, uno dei grandi testimoni della Shoah. Gli auguro di farcela, insomma di costringere questo apparato amministrativo a far diventare una realtà il Museo della Shoah di Roma.
Shlomo Venezia con Marcello PezzettiChe ricordiamo non è qualcosa che riguarda solo gli ebrei. Quand’è che l’Italia deciderà che il Museo della Shoah a Roma è qualcosa che riguarda tutti gli italiani?

 

(nella foto Shlomo Venezia, a sinistra, con Marcello Pezzetti)

 

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