Nel 1950 il primo ministro indiano Nehru decise di affidare la costruzione della nuova capitale del Punjab a Le Corbusier. Nacque Chandigarh. La nascita della città è stata determinata dalla divisione tra India e Paskistan, la città di Lahore era passsata nel Pakistan, l’India aveva bisogno di una nuova capitale per il suo East Punjab. Furono impiegate milioni di persone per quella costruzione realizzata in poco tempo a partire dai disegni di Le Corbusier. Gli operai di Chandigarh che cos’erano? Indiani? Immigrati? Migranti? Deracinés? Poco importa, una grande massa di proletari fu impiegata in quell’operazione da New Deal roosveltiano, che ricordava un po’ l’impresa di Roosvelt dentro la Grande Crisi del ’29 con la Tennessee Valley Authority.
E dunque che cosa manca oggi in questa Europa piccina piccina “assediata” dai migranti che nessun muro potrà mai fermare?
Manca Chandigarh…
(l’idea mi è sorta spontanea stasera parlando con Tamara Triffez e Giuusto Puri Purini, che in passato si sono dedicati a questa grande opera di Le Corbusier ben rappresentata da quella mano del Modulor (nella foto) intesa come la mano che dà e che riceve…)