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Processo per il Piano Condor: “A Marta Ugarte, dirigente del Pc, cucirono la vagina col filo spinato…”

28-29 maggio 2015, altre due udienze del processo per il Piano Condor davanti alla III Corte d’Assise di Roma: sono sfilati i testimoni del “desaparecido” Juan Maino.

Juan Maino, 27 anni, militante del Mapu (Movimento di Accion Péopular Unitario), una delle formazioni di Unità Popular in Cile, arrestato il 26 maggio del 1976 e “desaparecido”. L’ultimo a vederlo, ancora vivo, detenuto nel centro di tortura Villa Grimaldi di Santiago  in mano al servizio segreto della Dina, è stato Andrés Rekas Urra (morto due anni fa, ma la sua testimonianza raccolta dal Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo è stata letta oggi in aula).

A Roma, nell’aula bunker di Rebibbia, sono passati come testimoni le sorelle di Juan Maino, Mariana (nella foto)  e Margarita, la sua fidanzata di allora, Gloria Torres Avila, il segretario del Mapu Carlos Montes, oggi senatore, strettissimo collaboratore della Presidenta Bachelet (qui sotto).

Torna attraverso le parole delle sorelle Maino il calvario della madre di Juan che per 38 anni, fino alla sua scomparsa, ha chiesto invano di sapere dove fosse finito suo figlio.

Juan Maino era nella struttura di sicurezza del leader del Mapu, Carlos Montes, in quegli anni di clandestinità in Cile dopo il golpe dell’11 settembre del 1973.

Juan studente di ingegneria meccanica (era alla tesi) e fotografo aveva 27 anni ed era stato fidanzato per oltre quattro anni con Gloria (da un mese, al momento dell’arresto, non si vedevano più). Viveva in un appartamento in cui erano alloggiati anche un suo compagno di università, Antonio Elizondo, e la sua compagna Elizabeth Rekas, incinta al quarto mese; entrambi del Mir (Movimento de la Izquierda Revolucionaria, che dall’esterno aveva appoggiato il governo Allende al tempo di Unidad Pupular).

I rapporti di Juan Maino con la famiglia erano all’insegna della discrezione, non voleva coinvolgerli più di tanto.

Maino fu preso il 26 maggio 1976 nell’appartamento in cui erano stati arrestati da poco i suoi due compagni, Antonio Elizondo ed Elizabeth Rekas.

Tutti e tre furono portati nel triste luogo di torture Villa Grimaldi.

Il giorno dell’arresto Juan Maino avrebbe dovuto essere alla Stazione ferroviaria di Santiago, per un incontro con Carlos Montes. Il senatore ha ricordato di aver trovato al posto suo altri compagni.

Il 30 settembre Carlos Montes disse poi a Gloria, la fidanzata, che Juan era stato preso.

Alla famiglia fu un militante clandestino del Mapu a telefonare per dire che era Juan era “infermo”, un modo per segnalarlo come arrestato.

E poi?

Poi Juan Maino è diventato un “desaparecido”.

Inutili i ricorsi alla magistratura fatti in seguito dalla madre di Juan Maino. La risposta del magistrato fu allora: non ne sappiamo nulla.

Carlos Montes fu poi arrestato nel 1980, fece un mese di carcere, al suo rilascio ha riferito di aver trovato prima nell’espatrio a Panama poliziotti che gli chiesero di non parlare più del caso Maino e poi a Città del Messico altri agenti che gli fecero la stessa richiesta.

La struttura e i crimini della Dina (poi dal 77 sostituita dalla Cni) sono stati ricostruiti in aula da Francisco Ugas Tapia del Programma Derechos Humanos del Ministerio del Interior del Cile.

Il segretario esecutivo del Programma Diritti Umani ha anche riferito che lo scorso lunedì è stata presentata a Santiago – giudice Leopoldo Llanos Sagristà – una richiesta per riaprire il caso Omar Venturelli.

Ugas ha parlato dei 28.000 torturati in Cile  ridisegnando la struttura della repressione: prima la Dina diretta Manuel Conterai col vice Espinoza,  dal dicembre del 1973 al luglio del 1977, quando fu sostituita dalla Cni.  L’omicidio Latelier a Washington portò alla necessità del make-up risolto con la sostituzione della Dina col Cni: troppe le accuse di “scomparsa” a carico della Dina.

Condotta tipica della Dina, infatti, era sta quella di far scomparire i detenuti.

Tra i centri di tortura sono stati ricordati Villa Grimaldi, il Cuartel Belgrano, Cañas, il Cuartel Venecia, Londres 38, il Cuartel Simon Bolivar.

Villa Grimaldi si avvaleva di luoghi di detenzione più piccoli, come Casa Chile, La Torre ecc.

Al Simon Bolivar era tristemente nota la brigata di torturatori guidata da Juan Morales Salgado.

Il Cile di Pinochet inaugurò poi i primi voli della morte, sia verso il mare (Playa de las Balenas) che verso la PreCordigliera (Cajòn del Maipu).

Ugas ha ricordato la morte di Marta Ugarte, del Comitato centrale del Partito Comunista.

La donna portata prima a Villa Grimaldi e poi al Simon Bolivar fu uccisa. Il suo corpo, legato a un binario, fu portato con un elicottero sul mare e gettato giù. Il corpo di Marta Ugarte fu ritrovato poi sulla Playa de la Balenas. Mani e piedi erano stretti nel filo spinato, col filo spinato le era stata cucita la vagina.

I militari, veri animali, parlarono di un “crimine sessuale”…

Victor Diaz, altro dirigente del Pc, è scomparso tra Villa Grimaldi e il Simon Bolivar.

A Villa Grimaldi comandava Moren Brito, dipendeva dai vertici della Dina Manuel Contreras e dal suo secondo Espinoza.

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