I palestinesi del campo di Yarmuk, a pochi chilometri da Damasco, stretti una morsa tra l’Isis e i militari di Assad. Proseguono le atrocità, come quella dei miliziani che giocavano l’altro giorno a palla con una testa mozzata. L’Unicef parla di una nuova Srebenica. E l’incubo di Settembre nero, la strage fatta in Giordania dai fedelissimi del re Hussein, torna come quello di Sabra e Chatila, l’orrenda strage fatta dai falangisti sotto gli occhi distratti degli ufficiali di Tsahal. Non c’è però mobilitazione per impedire una nuova strage, a Yarmuk, ampiamente annunciata. Tacciono in troppi, a partire dai “difensori” dei palestinesi che non sembrano accorgersi della situazione e dei 18 mila palestinesi che sopravvivono nell’inferno di Yarmuk…
Perché? Perché questo silenzio? Perché Israele non è stavolta il cattivo?