Intorno alla Brigata Ebraica si sta giocando una pessima partita.
Chi ne ha contestato la presenza in passato deve solo vergognarsi di questo atto, nei confronti di un eroico raggruppamento di combattenti che ha contribuito a liberare l’Italia.
La contestazione è avvenuta spesso per ignoranza dei fatti, l’odio verso il vessillo che poi sarebbe diventato dal ’48 quello dello stato d’Israele ha accecato le menti.
Stupisce però leggere oggi affermazioni poi dell’inconsistenza dell’apporto della Brigata Ebraica, mentre si mette l’accento sull’apporto degli ebrei più in generale alla Resistenza italiana. Il disconoscimento del contributo della Brigata Ebraica – come leggo nel blog di un ebreo amico – è davvero inconcepibile: scriverne come di un’attività quasi a guerra conclusa è francamente inaccettabile oltre che non vero. L’iniziativa dei combattenti arrivati a Taranto da Alessandria d’Egitto è del 1944, altro che a guerra quasi conclusa (nella foto i militari della Jewish Brigade davanti al Colosseo) …
Il Gran Muftì di Gerusalemme negli anni ’40 si dichiarò alleato di Hitler. Anche questo è un dato di fatto che getta una luce oscura sul passato palestinese. A che titolo dunque i filopalestinesi si presentano alle manifestazioni del 25 aprile, senza aver chiarito e spiegato il passato della Palestina nei confronti del Reich?
E stato Massimno Rendina, nel recente passato, a volere e giustamente la presenza della Brigata Ebraica nel corteo del 25 aprile. Mario Avagliano l’ha appena ricordato.
Un anno fa, il 25 aprile, si sono registrati gli scontri su cui non vorrei tornare, anche se devo. Romaebraica ha pubblicato allora il discorso che Tancredi doveva tenere a nome della Brigata Ebraica e che non poté pronunciare. Ho cercato quell’intervento che ho pubblicato allora nel mio blog: Tancredi interveniva come rappresentante dell’Associazione amici di Israele. Ecco, viene da chiedersi, perché quella sottolineatura, amici di Israele? Era il modo giusto di partecipare al 25 aprile?
La decisione dell’attuale dirigenza della Comunità Ebraica romana di non partecipare alla prossima manifestazione del 25 aprile è stata presa dall’attuale dirigenza in scadenza e suona un po’ come una ultima decisione che vuole determinare anche il futuro della Comunità. Perché non è stato fatto lo stesso però con un sindaco come Gianni Alemanno che porta la celtica al collo e che è sempre stato accolto nel recente passato come un grande amico della Comunità? Davvero la Comunità Ebraica è stata capace di sfilare con Alemanno e non con l’Anpi?
Un anno fa ho sentito a Porta San Paolo, durante i tafferugli, frasi come: “ Altro che partigiani, noi siamo stati liberati dagli Americani…”. A pronunciarle persone (adirate) della Comunità Ebraica romana che esternavano un’acredine nei confronti dei “partigiani” come dire “inaccettabile”.
L’Anpi in tutto questo si è mostrata nella sua attuale dirigenza sostanzialmente non in grado di governare la situazione, contribuendo al degrado del tutto. Ha fatto bene l’Aned ha dare forfait, però non resta che auspicare per il futuro che nascano dirigenze (in ogni ambito) in grado di ritrovare uno spirito solidale antifascista. E ricordo che nel cimitero di Piangipane, nel ravennate, ci sono 956 tombe così suddivise: 438 canadesi, 250 inglesi, 120 indiani, 96 neozelandesi, 11 sudafricani, 6 australiani, 2 di altri Paesi e 33 soldati volontari della Brigata Ebraica. Altri combattenti della Brigata Ebraica riposano a Faenza, Coriano e Udine