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Israele alla vigilia del voto: fine dell’era Netanyahu? Verso un nuovo governo Herzog-Livni?

Tra 48 ore Israele al voto, sondaggi incerti, i giornali italiani se ne occupano così

(da Bokertov24, giornale online Ucei):

Israele si prepara a votare
Tra quarantotto ore gli israeliani andranno al voto e molti quotidiani italiani analizzano le imminenti elezioni della Knesset attraverso il volto dei protagonisti di quest’ultima campagna elettorale. Davide Frattini sul Corriere della Sera racconta di un Benjamin Netanyahu in difficoltà, criticato da ex vertici militari del paese, indietro nei sondaggi rispetto al rivale laburista Isaac Herzog – alleato con Tzipi Livni – e con un partito, il Likud, in cui la sua leadership comincia ad essere messa in discussione. Eppure, come sottolineano Avvenire e Fatto Quotidiano, Netanyahu continua ad essere l’uomo forte della politica israeliana e potrebbe essere l’unico a poter ottenere alla Knesset la maggioranza, raccogliendo attorno a sé una coalizione formata dai vari partiti di destra. Una maggioranza che il laburista Herzog – che Avvenire descrive come “l’uomo qualunque che può conquistare Israele” – rischia, nonostante la conquista di un numero maggiore di seggi rispetto al Likud, di non riuscire a trovare e così, secondo Libero, si potrebbe profilare un governo di unità nazionale: Herzog assieme a Netanyahu. La Casa Bianca, dopo i contrasti con l’attuale premier israeliano, non si espone ma tifa Herzog e in ogni caso, come ha dichiarato il segretario di Stato John Kerry, auspicano che il prossimo governo riprenda le trattative di pace con i palestinesi.

Israele e il fattore economia sul voto. Per Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore, gli elettori israeliani martedì si presenteranno alle urne “pensando all’economia” più che alla questione palestinese. E così potrebbero arrivare sorprese soprattutto grazie alla novità del partito Kulanu, guidato dall’ex likud Moshe Kahlon e il cui programma elettorale è fortemente improntato alle questioni economiche e a risolvere il problema dell’alto costo della vita. Kahlon potrebbe essere la prossima “star” della politica israeliana, scrive il Fatto Quotidiano, che pone l’accento anche sull’unione dei partiti arabi e il loro leader Ayman Odeh: quest’ultimo potrebbe raccogliere 13 seggi grazie al voto degli arabi israeliani – che sono il 20 per cento della popolazione israeliana – e potrebbe diventare l’ago della bilancia per i laburisti e la loro possibilità di formare un governo. “Il problema è che la lista araba unita è antisionista – scrive il Fatto – Chi si azzarderebbe a formare una coalizione di governo con essa?”

(nella foto, Itzak Herzog e Tzipi Livni)

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