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La Danese raddoppia: ora vuole una strada “dedicata” di prostitute all’Eur. Lo rivela l’agenzia Dire

Possibile? Possibile che la nipote di Andreotti messa da Marino alle politiche sociali raddoppi con questa ulteriore mossa dopo quella dei rom alla raccolta rifiuti? Parrebbe di sì…

Roma ad aprile avrà il suo primo quartiere a luci rosse

06-02-2015

ROMA – di Emiliano Pretto (Dire)

Ad aprile Roma avrà il suo primo quartiere a luci rosse. Entro tre mesi partirà la sperimentazione sulla prima area della città dove la prostituzione sarà tollerata. Si tratterà di una strada del IX municipio, ancora da individuare. L’obiettivo del progetto è quello di liberare le strade dell’Eur dal fenomeno della prostituzione selvaggia e allo stesso tempo tenere sotto controllo il fenomeno, controllando anche eventuali casi di sfruttamento.

Del progetto ne hanno parlato, in un incontro riservato al dipartimento Politiche sociali, l’assessore capitolino Francesca Danese e il promotore del progetto, il presidente del IX Municipio, Andrea Santoro, che illustra la novità in un colloquio esclusivo con la ‘Dire’. “Abbiamo avuto su questa idea un incontro costruttivo- ha spiegato il minisindaco dell’Eur- l’approccio dell’assessore mi è sembrato molto positivo, concreto e poco ideologico. Il progetto in questione è prima di tutto un’operazione di recupero sociale”.

L’operazione, chiarisce il IX Municipio, avrà come riferimento giuridico un’ordinanza. Fuori dalle zone tollerate saranno previste multe ai clienti, fino a 500 euro, che saranno trovati in compagnia delle prostitute. Il costo del progetto sarà di circa 5.000 euro al mese, che andranno in gran parte per le unità di strada, gli operatori sociali che monitorano l’attività delle ragazze ed eventuali casi di sfruttamento. Una parte sarà stanziata dal Municipio e l’altra dal Campidoglio. “Cifre- sottolinea Santoro- assolutamente sostenibili per una città come Roma”.

L’operazione, ha chiarito il presidente del IX Municipio, parte in stretto raccordo col Campidoglio. “E Danese si è detta d’accordo nel costruire una proposta di questo tipo in tempi stretti”, racconta ancora alla ‘Dire’ Santoro. “Possiamo partire ad aprile, così contemporaneamente libereremo l’Eur da un fenomeno che investe il quartiere da almeno 30 anni e proveremo a contrastare la tratta”.

Ma come sarà concepita l’area dove saranno spostate le lucciole romane e soprattutto quali strade saranno coinvolte? L’idea è portare le prostitute in una strada, o un piccolo gruppo di strade, lontane dagli edifici abitati e dal centro del IX municipio. Per ora la localizzazione delle strade non c’è ancora e secondo Santoro “sarà oggetto di un confronto in Prefettura, a breve”. Le strade saranno controllate anche dalle unità di strada, veri e propri gruppi di operatori sociali con il compito di monitorare lo stato delle ragazze, eventuali sfruttamenti o stati di disagio fisico e psichico. Il Municipio pensa quindi ad una sorta di tutela sanitaria e sociale delle prostitute.

“Ci aggiorneremo la prossima settimana per cercare di concordare le misure da mettere in campo, a partire dal potenziamento delle unità di strada, che ora escono un paio di volte al mese ma dovranno arrivare ad un ritmo di due a settimana- aggiunge il presidente del IX Municipio-. Sempre la settimana prossima avremo anche un incontro con la Polizia locale e con il commissariato dell’Eur. Anche loro si sono detti disponibili ad un lavoro insieme. Avremo, quindi, un’intensificazione del controllo delle forze dell’ordine e più volanti sulle strade. Inoltre sarà potenziata l’illuminazione al led”.

Allo stesso tempo per l’Eur potrebbe arrivare il tempo della rinascita notturna. “Oggi- prosegue Santoro- ogni mattina, in ogni angolo del quartiere, ritroviamo le strade piene di preservativi usati gettati in terra. Mentre di notte le prostitute sostano sotto le abitazioni. Il quartiere verrà liberato da questo fenomeno insopportabile per i cittadini”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia Dire» e l’indirizzo «www.dire.it»

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