Tante chiacchiere, anche di nobile livello, contro la corruzione ma poi il Senato ha rinviato a dopo la discussione sul ddl Grasso, il presidente del Senato.
Funziona così in un parlamento giù semideserto – troppa la fatica dei giorni scorsi per eleggere il Presidente – e che tornerà a operare di fatto da martedì prossimo.
Il ddl anticorruzione bloccato, non è passata la richiesta a porlo in pool position, si rimanda. A bocciare la richiesta grillina il centrodestra in primo luogo (Ncd, Forza Italia). Ma, si sa, la lotta alla corruzione è molto tiepida anche per il Pd. A votare sì solo M5S, Sel, Lega e Gruppo Misto.
Vergognosa situazione che il Presidente Mattarella avrebbe dovuto in qualche modo stigmatizzare. Ma non lo farà, salvo imprevisti. Un conto sono i proclami, un conto è l’operato quotidiano.
Perché l’anticorruzione non è una priorità per i senatori?
Perché evidentemente la corruzione non è un loro assillo, anzi. E questo nonostante le richieste di Cantone perr uyna corsia preferenziale.
11 dicembre 1955, l’Espresso titolò: “Capitale corrotta nazione infetta”.
Oggi cosa dobbiamo titolare?