Celestine Galestine e Ajesh Binki. Sono i nomi dei due pescatori indiani uccisi dai marò. A ricordarne i nomi – cosa assai rara sulla stampa italiana – è Raimondo Bultrini oggi su Repubblica. Raimondo è andato a casa dei Galestine, a Kollam, nel Kerala, Ha fatto quello che tutti i giornalisti dislocati nell’area avrebbero dovuto fare da tempo, da quel 15 febbraio 2012 in poi. Andare a casa dei pescatori uccisi. Bultrini riporta una frase della vedova Dora: “Per noi i marò possono tornare a casa”. E un’altra del figlio di 23 anni, Derrick, studente in ingegneria. “Nessuno però ci ha mai chiesto scusa”.
Poi nell’articolo ci sono anche altri motivi di irritazione – riguardano a suo tempo le sistemazioni in albergo dei due marò – ma il succo della pagina di Bultrini è tutto nella frase di Derrick Galestine. Eppure dall’Italia sulla questione hanno esternato in tanti, dal Presidente Napolitano al Presidente Mattarella passando per ministri e presidenti del consiglio, ma nessuno ha mai chiesto scusa.
Su, coraggio, mon è mai toppo tardi.
Ps: E si elimini anche quel pericoloso protocollo firmato da Larussa con gli armatori che manda allo sbaraglio i marò obbligandoli a improvvisare in mezzo al mare senza una precisa catena di comando.
Sotto, la moglie di Celestine o Jalestine, Dora, col figlio piccoli di 13 anni e lka foto del marito, la zia di Ajeesh con la foto del nipote