Scrive Le Monde da Kobane liberata: “La provincia resta però in mano all’Isis e i curdi non hanno le armi pesanti per avanzare….”.
“Enfin, si les Kurdes de Syrie ont reconquis la ville – dice Le Monde -, la province de Kobané reste aux mains des djihadistes. Les Kurdes affirment avoir « libéré » une demi-douzaine de villages, situés entre 4 et 8 kilomètres autour de la ville. Pour pousser plus loin sans attendre un retrait de l’EI, ils devraient progresser en terrain découvert. Il leur faudrait des armes lourdes, des blindés et des chars, ce qu’ils n’ont pas, à l’inverse de l’Etat islamique…”.
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E ora? Non possono essere I curdi a cancellare l’Isis. E in fin dei conti ai curdi questo interessa relativamente, il loro primario scopo era di liberare le zone curde. L’hanno fatto, nonostante la Turchia e il silenzio generale. L’aiuto è venuto dal cielo, con i 500 raid Nato anti-Isis. Ma sul campo sono stati i curdi e soprattutto le curde a cacciare via l’Isis. Ora il problema torna ad essere “americano” e i risultati della coalizione anti-isis sono ancora un rebus.
(nella foto Rakan, 25 anni, dell’Ypg curdo, dentro Kobane. Sotto, altre due curde a Kobane)