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Sotto processo a Roma i militari golpisti torturatori e assassini del Piano Condor latinoamericano

L’Italia processa i crimini perpetrati in America Latina contro connazionali. Per la prima volta il Piano Condor in un’aula di tribunale. Sarà infatti la Terza Corte d’Assise di Roma a processare i principali responsabili del Piano Condor latinoamericano, l’organizzazione nata negli anni ’70 tra i militari golpisti al potere nel Sudamerica per eliminare gli oppositori esuli nei paesi coinvolti come Cile, Argentina, Bolivia, Uruguay, Paraguay e Brasile. Prima udienza il 12 febbraio 2015, nell’aula bunker di Rebibbia. Il Gip Alessandro Arturi del Tribunale di Roma dopo una lunga udienza preliminare protratta per alcuni mesi (soprattutto per notificare le accuse a tutti gli imputati in maggioranza uruguaiani, cileni e argentini), ha deciso lunedì 13 ottobre il rinvio a giudizio per omicidio e sequestro di persona di una ventina di militari latinoamericani, in prevalenza cileni più alcuni uruguaiani. Tra loro l’ex ministro dell’interno boliviano Luis Arce Gomez e l’ex capo della Dina, il servizio segreto cileno di Pinochet, Juan Manuel Contreras. Il gip non ha accolto invece la richiesta della Procura per procedere anche per il reato di strage.

Per un altro gruppo di ex militari uruguaiani già processati e condannati verrà invece chiesto al ministro di grazia e giustizia di chiedere il rinnovo del procedimento anche in Italia. Promossa da oltre una decina di anni l’inchiesta del Procuratore Aggiunto Giancarlo Capaldo ha raggiunto ora un primo risultato: degli oltre 140 accusati iniziali saranno processati a Roma in Corte d’Assise una ventina di militari accusati di aver eliminato detenuti politici come gli italo-cileni Omar Venturelli, Juan Maino e Juan Montiglia in Cile (quest’ultimo, della guardia di Salvador Allende, fu non solo fucilato ma anche fatto esplodere con la dinamite). Molto folto il numero delle vittime uruguaiane. Nel frattempo il procuratore Capaldo ha anche avviato un procedimento contro l’uruguaiano Jorge Troccoli, l’unico dei militari coinvolti nel Piano Condor residente in Italia, a Battipaglia. L’intenzione è di riunificate la posizione di Troccoli dentro il nuovo processo deciso oggi dal Gip Arturi.

All’udienza erano presenti familiari di alcune vittime, venuti dal Cile come la sorella di Juan Maino. “Finalmente vediamo premiati i nostri sforzi”, ha detto Margarita Maino, sorella del giovane eliminato nel 1973 in una colonia agricola gestita da tedeschi in Cile tra i quali alcuni ex nazisti. Per  Maria Paz Venturelli, figlia del “desaparecido” Omar, questo nuovo processo rappresenta una seconda occasione per cercare giustizia dopo l’esito negativo del processo Podlech assolto per insufficienza di prove dall’accusa di aver eliminato suo padre, l’ex sacerdote Omar a Temuco nel sud del Cile.

Paolo Brogi

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