Adele. Una morte improvvisa, un male che in soli due mesi…
E prima di lei, Tito, che ne era stato il primo marito. Spazzato via anche lui. Poveri Miguel e Diego, i figli.
Adele Costanzo stava ancora in Passo della Tortora, in un quarto piano dove lei e Tito mi accolsero per in periodo piuttosto lungi quando nei primi anni ’70 ero a Genova per Lotta continua e avevo bisogno di un letto, la sera.
Avevo preso anche residenza lì, prima di spostarmi a fine ’73 a Roma.
E lì andarono a cercarmi nell’88 inquirenti che poi dissero di me che ero irreperibile. Lo dissero, fine anni ’80, quando già lavoravo all’Europeo e firmavo pezzi su quel settimanale che era diffuso in tutta Italia e che era stato il primo newsmagazine di questo assurdo paese.
Lì sotto di noi, al terzo piano, l’Ufficio politico della Questura (non c’era ancora la Digos) aveva messo anche a vivere, come un qualunque residente, un agente, tale Papa. Lo aveva appreso in tempi recenti Tito Capponi, perché glielo aveva rivelato il soggetto stesso durante un incontro casuale. E Tito l’aveva pure mandato a quel paese.
Ci spiavano dunque, in quei primi anni ’70, chissà con quali strumenti: spero non solo col bicchiere rovesciato attaccato alla parete.
Avranno sentito Adele che dava da mangiare a Miguel, avranno sentito quando ci mettevamo a tavola, avranno ascoltato le nostre chiacchiere a base di volantini da distribuire di mattina presto all’Italsider o al Cantiere navale. Oppure al vicino porto, che si vedeva dalla finestra di quella casa.
Adele insegnava, aveva spesso le guance rosse per i sentimenti che faceva trasparire con dolcezza.
Anche Tito insegnava. E Miguel era allora così piccolo.
Un abbraccio a tutti.
P.S: la foto che ripubblico è del 1972, vacanze di Natale, siamo nell’appennino a Bedonia (Pr) in una casa di Andrea Marcenaro. Molti purtroppo non ci sono più. Adele è la prima a destra. Ciao Adele