Informazioni che faticano a trovare spazio

Nazareno Ceccotti e quella scritta per Matteotti sul ponte in costruzione

Nell’estate del 1924 quello che a Roma si chiama oggi Ponte Matteotti era allora un semplice ponte in costruzione tra il Lungotevere Arnaldo da Brescia e il quartiere Flaminio. La costruzione era stata avviata a poco e il ponte sarebbe stato finito nel ’29. Il regime lo avrebbe pomposamente chiamato Ponte delle Milizie. Ma in quell’estate del 1924 quando si era consumato il delitto Matteotti  messo a segno il 10 giugno – il cadavere occultato in un boschetto dalle parti di fu ritrovato invece il 16 agosto nel bosco della Quartarella a Riano dove era stato occultato dagli agenti della polizia politica di Mussolini – il ponte fu ribattezzato prontamente Ponte Matteotti.

Era stata una grande scritta vergata a mano a ufficializzarlo, una scritta realizzata nottetempo sul muro del nuovo ponte in costruzione come risposta all’infame omicidio. Solo di recente sono venuto a sapere che a vergarla era stato un calzolaio ortopedico comunista, Nazzareno Ceccotti detto “Neno”.

Ceccotti era un giovane comunista sbarcato da poco a Roma con la moglie Marianna dall’Umbria. Veniva da Bettona, un paesino della provincia di Perugia, e a Roma aveva trovato casa dalle parti di Porta Portese. Aveva due figli piccoli, Vera e Michele, ma quando seppe che il deputato era stato sequestrato e certamente messo a morte dai sicari fascisti non ebbe un minuto di incertezza. Prese un barattolo di vernice, un grosso pennello, la bicicletta e raggiunse quel ponte in costruzione per scriverci sopra il nome del deputato socialista. Perché proprio quel ponte? Perché era molto vicino al posto in cui era stato sequestrato e portato via Giacomo Matteotti, il Lungotevere Arnaldo da Brescia. Erano stati due ragazzini a rivelarlo, riferendo di cinque uomini che avevano caricato Matteotti su un’auto  risultata poi una Lancia K.  Matteotti era stato rapito sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, il ponte era proprio lì nelle vicinanze, Ceccotti lo scelse per protestare contro quell’infamia. Fu notata quella scritta? Certamente non passò inosservata, era piuttosto vistosa. Nel dopoguerra in ogni caso proprio quel ponte è stato ribattezzato Matteotti. Grazie forse al gesto di quel  giovane calzolaio comunista.

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