L’APPELLO
«Portate i testi di Gramsci
all’Istituto per il Restauro»
«Quaderni» e lettere a rischio. E la burocrazia frena
di Luciano Canfora
Ieri a Roma nell’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, a margine della proiezione del documentario di Paolo Brogi e David Riondino intitolato Le pietre di Gramsci, è stato lanciato un caldo appello affinché il prezioso fondo costituito dai Quaderni di Gramsci e dalle sue lettere (si intende gli autografi) venga collocato presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario sito in Roma in via Milano. Si tratta di uno dei nostri più prestigiosi centri di eccellenza, che ha già lavorato sui Quaderni rivelando la vera successione originaria delle etichette apposte su di essi da Tania Schucht (vedi «Corriere della Sera», 24 maggio 2013). Nell’Istituto Centrale per il Restauro i Quaderni e le lettere, anziché languire dentro una cassetta di sicurezza di una banca, esposti a disagi inevitabili per quanto recondito sia il luogo, sarebbero conservati con tutti i crismi, ivi compresa la cura dell’adeguamento agli inevitabili sbalzi climatici. Inoltre sarebbe l’occasione di procedere al restauro veramente scientifico che ponga riparo al deterioramento cui è esposto quel materiale, la cui commovente e modesta fisicità contrasta con l’altezza e profondità del contenuto. I quaderni e i fogli per scrivere consegnati al detenuto Gramsci non venivano ricercati tra i pezzi di lusso del mercato, erano dei quaderni qualunque, che hanno sofferto innumerevoli traversie, e la cui salvezza è stata uno dei fatti positivi della cultura italiana del Novecento. Da molti mesi sono stati avviati contatti con la Fondazione Gramsci che si era dichiarata disponibile a tale trasferimento, dopo che un’attenta visita in loco ha dimostrato la inidoneità dell’attuale sistemazione. Nel corso dell’incontro di ieri pomeriggio a Roma, la dottoressa Misiti, direttrice dell’Istituto di via Milano, ha ribadito la disponibilità del medesimo ad accogliere — possibilmente prima del catastrofico sopraggiungere dell’umidità estiva — il materiale gramsciano in Istituto. È parso sconcertante che si continui a bloccare questa pratica in nome di interminabili calcoli su quanto pagare di assicurazione per percorrere mezz’ora di strada tra piazza Montecitorio e via Milano! Tutti coloro che hanno a cuore la durevole conservazione del lascito gramsciano sentono l’importanza e l’urgenza di questo passaggio.
Corriere della sera
20 giugno 2014 | 11:18