12 maggio 2014, un po’ di bandiere all’angolo di Ponte Garibaldi con lungotevere Raffaello Sanzio, un manifesto scritto a mano, dei fiori. Al mattino anche due agenti della polizia municipale, doveva arrivare un consigliere comunale.
Sono passati 37 anni da allora. Un colpo di calibro 22, piovuto molto probabilmente dall’altra parte del ponte, così riferirono testimoni raccolti poi in un “libro bianco” fatto dai radicali. E giustizia non è mai stata fatta.
Nel 2008 è stata chiesta una commissione d’inchiesta parlamentare (su proposta di Poretti radicale e Nicotra), non se ne è fatto nulla. Restano solo le parole provocatorie e funeste pronunciate da Francesco Cossiga. Ma anche su di lui e su queste provoicazioni non è mai stato fatto nulla.
Riuaprire gli archivi? Almeno sapere chi ha sparato quel giorno uccidendo Giorgiana Masi. Cossiga ebbe poi a dire che se si fosse dimostrato che la polizia aveva sparato lui si sarebbe dimesso. Poco tempo dopo queste chiassose dichiarazioni i radicali proiettarono un filmato fatto da un cittadino in piazza della Cancelleria dove si vedeva chiaramente un agente in divisa, protetto da una delle colonne dell’ingresso del palazzo, sparare ad ad altezza d’uomo più colpi in direzione di Campo de’ Fiori.
Cossiga non si dimise.