Informazioni che faticano a trovare spazio

Rimosso dal governo Renzi il segreto di stato su alcune stragi. Ne mancano però, a cominciare da quella di Moro e della sua scorta…

Come annunciato la scorsa settimana, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha firmato a Palazzo Chigi, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza della Repubblica, Marco Minniti, e del direttore del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo, la direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica (1980), Peteano (1972), Italicus (1974), Piazza Fontana (1969), Piazza della Loggia (1974), Gioia Tauro (1970), stazione di Bologna (1980), Rapido 904 (1984).

E Moro?

Consideriamolo un primo passo, importante, però mancano all’appello ancora alcune stragi che rappresentano momenti cruciali della storia recente italiana. Una per tutte: i Georgofili. Ma il segreto di stato è comparso perfino nell’inchiesta su Ilaria Alpi. E ancora, eccolo nel processo tuttora in corso per l’omicidio di Mauro Rostagno. Insomma, l’auspicio è che questa sia stata la prima mossa.

La rimozione del segreto di stato era stata chiesta subito dopo la sentenza di Piazza della Loggia a Brescia che aveva mandato assolti i cinque imputati della strage. Succedeva due anni fa.

La petizione lanciata da un vasto consesso di democratici, a partire dai rappresentanti dei comitati dei familiari delle vittime delle stragi in questione, era stata rilanciata da vari siti e su repubblica, raccogliendo parecchie decine di migliaia di adesioni. Ne ripropongo il testo. Un punto da rimarcare, è la richiesta di chiedere la rimozione del segreto anche a stati esteri quando sono coinvolti negli scenari delle stragi. Ecco il testo del dicembre 2012:

Al Presidente della Repubblica, al Presidente del consiglio e ministri interessati, ai Presidenti di Copasir e delle Commissioni parlamentari d’inchiesta

Un’intera stagione, quella dello stragismo che ha macchiato di sangue l’Italia, rischia di essere archiviata a seguito della recente sentenza sulla strage di Piazza della Loggia, Brescia, che ha assolto per insufficienza di prove tutti gli imputati. Un’assoluzione sulla quale ha pesato non il ricorso a segreti di Stato, bensì silenzi e reticenze di comodo, anche da parte di uomini appartenenti alle istituzioni.

Per garantire un cammino trasparente alla giustizia, anche in relazione al resto delle inchieste tuttora in corso per altri fatti di criminalità organizzata, e rendere possibile la ricerca storica su quegli anni, avvertiamo sempre di più una triplice esigenza:

chiediamo che siano aperti tutti gli archivi con una gestione che ne faciliti l’accesso a tutti i soggetti interessati, senza preclusione alcuna;

chiediamo che vengano fatte decadere tutte le classificazioni di segretezza su tutti i documenti relativi all’evento – compreso i nominativi ivi contenuti – in possesso in particolare dei servizi segreti, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, che i documenti vengano catalogati e resi pubblici senza distinguere tra documenti d’archivio e d’archivio corrente;

chiediamo che in tal senso sia data piena attuazione alla legge del 3 agosto 2007, n.124 che regola il segreto di Stato la quale prescrive che, passati al massimo trent’anni dalla data in cui è stato apposto il segreto sull’evento e sui relativi documenti o dalla data in cui sia stato opposto al magistrato che indagava, tutti i documenti che si riferiscono all’evento siano resi pubblici e consultabili. Non è più accettabile che a tutt’oggi manchino gli specifici decreti attuativi. In tal senso il Freedom of Information Act statunitense ci pare un modello a cui è possibile ispirarsi.

L’ipotesi, avanzata dalla commissione Granata nel Copasir, di reiterare il segreto di stato dopo trent’anni è inaccettabile.

Chiediamo alle nostre istituzioni di attivarsi il più decisamente possibile affinché gli Stati che sono oggetto di richieste di rogatorie internazionali collaborino fattivamente e rapidamente.

Occorre garantire alla verità e alla giustizia il giusto corso, non dobbiamo consegnare le generazioni che si sono succedute da allora ad oggi alla rassegnazione e all’avvilimento.

Auspichiamo una volontà politica reale volta all’accertamento di tutti i fatti criminali che hanno sconvolto la storia d’Italia.

Luciana Alpi (associazione Ilaria alpi)

Carlo Arnoldi (associazione vittime Piazza Fontana)

Gianni Barbacetto (giornalista de Il Fatto Quotidiano)

Alfredo Bazoli (associazione vittime Piazza della Loggia)

Carole Beebe Tarantelli (psicanalista)

Filippo Bertolami (sindacalista di polizia)

Daniele Biacchessi (giornalista di Radio24-Il Sole24ore)

Giovanni Bianconi (giornalista del Corriere della Sera)

Paolo Bolognesi (associazione vittime della strage di Bologna)

Daria Bonfietti (associazione vittime di Ustica)

Giorgio Boatti (scrittore)

Salvatore Borsellino (Associazione le agende rosse)

Carmelo Briguglio (deputato, membro Copasir)

Paolo Brogi (giornalista)

Lucia Calzari (associazione vittime Piazza della Loggia)

Angela Camuso (giornalista dell’Unità)

Susanna Camusso (segretario generale della Cgil)

Felice Casson (senatore)

Antonio Celardo (associazione vittime Rapido 904)

Paolo Corsini (deputato)

Paolo Cucchiarelli (giornalista dell’Ansa)

Fabio Cuzzola (storico)

Olga D’Antona (deputato)

Giuseppe D’Avanzo (giornalista di Repubblica)

Conchita De Gregorio (direttore dell’Unità)

Giuseppe De Lutiis (storico)

Enrico Deaglio (giornalista)

Giovanni Fasanella (giornalista di Panorama)

Sergio Flamigni (storico)

Dario Fo (attore)

Anna Foa (storico)

Girolamo Fragalà (giornalista del Secolo d’Italia)

Mimmo Franzinelli (storico)

Milena Gabanelli (conduttrice di Report)

Aldo Giannuli (storico)

Fabio Granata (deputato)

Mariangela Gritta Grainer (associazione Ilaria Alpi)

Enzo Iacopino (presidente Ordine dei giornalisti)

Ferdinando Imposimato (giurista)

Francesco La Licata (giornalista de La Stampa)

Luciano Lanna (giornalista del Secolo d’Italia)

Claudio Lazzaro (giornalista)

Paride Leporace (direttore Quotidiano della Basilicata)

Gad Lerner (conduttore dell’Infedele)

Stefania Limiti (giornalista)

Carlo Lucarelli (scrittore)

Otello Lupacchini (magistrato)

Giovanna Maggiani Chelli (associazione vittime della strage dei Georgofili)

Cristiana Mangani (giornalista del Messaggero)

Brunello Mantelli (storico)

Daniele Mastrogiacomo (giornalista di Repubblica)

Manlio Milani (associazione vittime Piazza della Loggia)

Roberto Morini (giornalista della Nuova Sardegna)

Ilaria Moroni (rete archivi per non dimenticare)

Gianluigi Nuzzi (giornalista di Libero)

Antonio Parisella (storico)

Valentino Parlato (giornalista del Manifesto)

Flavia Perina (direttore del Secolo d’Italia)

Paolo Pezzino (storico)

Lorenzo Pinto (associazione vittime Piazza della Loggia)

Alessandro Portelli (storico)

Rosario Priore (magistrato)

Sandro Provvisionato (giornalista del Tg5)

Sigfrido Ranucci (giornalista di Report)

Franca Rame (attrice)

Sabina Rossa (deputato)

Filippo Rossi (direttore di ffwebmagazine)

Guido Salvini (magistrato)

Fiorenza Sarzanini (giornalista del Corriere della Sera)

Roberto Saviano (scrittore)

Salvatore Sechi (storico)

Federico Sinicato (avvocato)

Annalisa Terranova (giornalista del Secolo d’Italia)

Benedetta Tobagi (scrittrice)

Maurizio Torrealta (giornalista di RaiNews24)

Nicola Tranfaglia (storico)

Walter Veltroni (deputato)

Guido Viale (economista)

Rosa Villecco Calipari (deputato)

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