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Dispotismo in Turchia: Erdogan ha bloccato Twitter. Flebile protesta dell’Unione Europea. La Siria azzera 84 server

La Turchia si è svegliata venerdì mattina senza cinguettii: dando immediato seguito alle minacce del premier islamico Recep Tayyip Erdogan, invischiato negli scandali di corruzione da telefonate compromettenti intercettate uscite nelle ultime settimane su twitter, il sito di microblogging è stato bloccato durante la notte in tutto il paese. «Sradicheremo twitter. Non mi interessa quello che potrà dire la comunità internazionale» aveva gridato ieri ad un comizio a Bursa il `sultano´ di Ankara, al potere da 12 anni. «Vedranno cosi la forza della Turchia», aveva aggiunto. Nella notte l’autorità delle telecomunicazioni turca Btk, cui una legge sul controllo di internet del mese scorso – definita legge bavaglio dall’opposizione – ha dato poteri straordinari, ha bloccato l’accesso a twitter. Un fatto senza precedenti nel paese.

Già questa notte la commissaria europea per le nuove tecnologie Neelie Kroes ha condannato il blocco di Twitter in Turchia. «L’interdizione di Twitter in Turchia è senza fondamento, inutile e vile», ha scritto. Il popolo turco e la comunità internazionale vedranno questo come una censura. Cosa che è davvero”.

Secondo Renesys, agenzia che monitora il traffico web, nelle ore scorse il governo siriano ha intanto bloccato 84 server siriani, rendendo impossibile di fatto la navigazione.

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