Oggi il neopremier italiano avrebbe dovuto telefonare in India. Nel Kerala. Alle famiglie dei due pescatori uccisi per errore da due militari italiani inviati in giro nel mondo da un ministro della difesa, oggi non più ministro, che ha promosso e sottoscritto un accordo con gli armatori confuso, privo di certezza nel comando, pericoloso e fonte di guai.
Alla moglie di Celestine Valentine di 45 anni e alle due sorelle minorenni di Ajash Binki avrebbe così potuto dire che una delle tante cose da fare è anche quella di rivedere quell’accordo che non prevede una precisa catena di comando e che mette a repentaglio perfino i soldati italiani, che da soli in mezzo ai mari devono decidere che fare compreso sparare e difendere le navi dagli assalti con la possibilità di cadere in errori terribili come quello accaduto.
Avrebbe dovuto chiedere scusa, per facilitare anche la soluzione giudiziaria dei due marò. E rimediare così alla gaffe fatta da chi ha pensato a suo tempo di risolvere il tutto con 150 mila euro di rimborso…
Certo per telefonare avrebbe dovuto usare un interprete di malalayam, la lingua del posto, e farsi così capire, altrimenti già sarebbe bastato un semplice e universale “sorry”.
Poi il neopremier avrebbe potuto chiamare più utilmente i due marò, telefonata che in effetti ha compiuto a Massimiliano Latorre e a Salvatore Girone, e metterli al corrente di quanto fatto promettendo impegno nel risolvere onorevolmente la questione.
A questo punto il neopremier avrebbe poi dovuto chiedere a un ministro dell’interno di monitorare la sicurezza dell’ambasciata indiana a Roma e di cercare di individuare chi ha effettuato minacce ai diplomatici indiani, denunciandolo alla magistratura.
Poi al suo ministro degli esteri, che avrebbe più utilmente dovuto essere quello preesistente con Letta dimostratosi efficiente, avrebbe detto di continuare a lavorare al caso.
In precedenza avrebbe pure sommessamente consigliato al capo dello stato di non esibirsi in futuro in tutti quegli abbracci con i due marò, perché sono stati abbracci che hanno anche quelli contribuito a far peggiorare poi al loro ritorno in India la situazione.
Infine prima di partire per Firenze – assisteremo a lungo a questa curiosa attività da pendolare del neopremier, avanti e indietro da Firenze? – avrebbe dovuto convocare quell’ex ministro della difesa responsabile del pastrocchio e intimargli di astenersi da qualsiasi ulteriore indecente manifestazione pro-marò, proprio lui che ce li ha sulla coscienza, per evitare ulteriori inasprimenti.
Ma Matteo Renzi è giovane e tutte queste cose non le sa…Figuriamoci il malalayam.
(i familiari di Celestine Valentine)