Informazioni che faticano a trovare spazio

Quella lunga notte italiana di Carlo Mazzacurati

Ero all’Europeo da poco tempo quando feci un pezzo su “Notte italiana”, il primo film di Carlo Mazzacurati. Più bello e più intenso di quello che poi l’avrebbe reso famoso, Il toro, con Abatantuono.

Cosa raccontava allora nel 1997  questo grande giovane padovano che era sceso a fare cinema a Roma? Con “Notte italiana” – pensate alla lungimiranza già nel titolo – raccontava di un mondo di piccole canaglie rampanti e di imbecilli degli anni ’80, in quell’Italia che stava già cominciando a sprofondare di nuovo.  Trivellavano in cerca del metano e mettevano a rischio la pianura Padana (poi è un po’ successo sul serio…). E per raccontarcele queste figure più che probabili Mazzacurati regista aveva scelto l’occhio simpatico di uno come Marco Messeri. C’erano nel film anche quei due straordinari attori che erano i gemelli Ruggeri, muniti di aste e segnacampi, penso che fossero i trivellatori.

Mazxzacurati, poco più che trentenne, governava un territorio che da veneto conosceva bene, prefigurava con grande intuito lo sfracello che poi man mano si è verificato.

Me ne parlò con accuratezza. Era un giovane regista della nuova leva, intelligente. Amico di altri amici, il giro di Moretti che con quel primo film esordì come produttore.

Fu un buon incontro, di quelli che si ricordano nella vita. Il pezzo uscì con un refuso, nel titolo. Pazienza. Fai buon viaggio, Carlo, siamo ancora purtroppo nella tua notte italiana.

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