Informazioni che faticano a trovare spazio

Quanto guadagnano i privati sulle mostre e sui biglietti delle Sovrintendenze a Roma? Che cosa c’è scritto nelle loro convenzioni? Perché non sono rese pubbliche?

La Corte dei Conti del Lazio vuole vederci più chiaro sugli entroiti dei privati negli incassi delle Sovrintendenze romane a partire da quella Archeologica.

A darne notizia oggi domenica 5 gennaio è repubblica.roma con un articolo di Lorenzo D’Albergo. Titolo: “Mostre e monumenti, scandalo ticket. Incassi, i privati prendono anche il 70%”.

Si legge nell’articolo che su 12 euro per entrare al Colosseo il 69,8% va ad Electa, la concessionaria presieduta da Marina Berlusconi. Su 10 euro per Palazzo Venezia 7,75 vanno spartiti tra Civita Cultura (presieduta da Gianni Letta) e Munus (presieduta da Alberto Maria Zamorani, ex Italstat e già indagato in passato durante l’era di “Mani pulite”).

A portare alla luce queste percentuali sarebbe stata una richiesta avviata il 4 ottobre dalla Direzione Regionale dei Beni Culturali (direttore la Galloni) per aumentare il prezzo del biglietto di una mostra a Palazzo Venezia. Al che la Corte dei Conti avrebbe chiesto chiarimenti sulle ripartizioni pubblico-privato, chiarimenti faticosamente arrivati solo a metà dicembre. Da qui l’inchiesta che è in corso e che riguarda i caratteri delle concessioni, così almeno si presume.

Detto questo, fatta una rapida ricerca, si rileva che esistono sì percentuali del 70% ma che riguardano singoli eventi come mostre e non la biglietteria d’ogni giorno dove le percentuali per i privati sussistono. Questo il primo rilievo da fare. Ma il problema è tutt’altro che risolto.

Il secondo rilievo è infatti che tutto questo giro delle concessioni ad aziende private e delle relative proroghe è assolutamente “opaco”, nel senso che il ministero non è trasparente in proposito. A denunciarlo nei giorni scorsi anche Vittorio Emiliani intervistato sabato ad Ambiente Italia su Raitre. Insomma convenzioni ferme da anni, peggio prorogate e riprorogate, senza che se ne sappia granché.

Il ministero dei beni culturali a questo punto deve fornire tutte le risposte necessarie per rendere chiara una situazione che al momento non lo è minimamente. Anche la convenzione di Della Valle col Colosseo è tutta da scoprire.

Il ministro Bray che ci dice in proposito?

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