Ricevo da Giancarlino questo ricordo di Mario Fontana:
Mario Fontana se ne è andato. La sua voglia di vivere nell’ affrontare la sua malattia è stata esemplare: a Santa. Marinella era lui che ci cucinava dei manicaretti, lo spezzatino alla romana, le fettuccelle col sugo di triglia e pachino, ci teneva moltissimo a riproporre a ospiti stanchi e non volitivi la nostra grande cucina romana .Mario nei nostri racconti a pranzo al bar barnum a via del pellegrino era di casa ….. poi insieme dicevamo che il mondo di oggi si e’ trasformato in una specie….di circo barnum e anche i personaggi della politica di oggi si sono trasformati in un circo orribile….nei nostri racconti il tempo oscillava tra le storie nostre degli anni ’70 e le occupazioni di san Basilio e i tanti compagni e amici comuni e le occupazioni che lui aveva continuato a organizzare e a costruire col movimento di lotta per la casa.
Mario non aveva conosciuto la parola riflusso e mi ha confidato di aver fatto ottenere la casa con le lotte con tanti altri compagni a più di 900 persone. Ma lui abitava lontanissimo, a borgata Fidene in una casa minuscola e non aveva di certo avuto nessun frutto personale dalle lotte, una struttura antica di persona che pensava al movimento e al prossimo con idee forti e già questa era una gratificazione di vita poter mettere in pratica delle idee,ma le idee guida rimangono sovrane.
Mario si è occupato dei senza tetto e dei migrantes e metteva nelle lotte che faceva tutta la sua conoscenza tecnica dei problemi della casa e la storia delle periferie e dell’istituto delle case popolari, non era un teorizzatore di piani iperbolici mai realizzati, era un grande conoscitore di Roma e dei suoi problemi dell’emergenza abitativa…. e non aveva mai chiesto finanziamenti per progetti “progressivi” come va di moda oggi lucrare su progetti dove c’e’ un contenuto filantropico o culturale o politico per poi magari non fare nulla o fare delle cazzate .
Non mancavano in lui le staffilate verso alcuni vecchi compagni che avevano ricevuto posti di prestigio nella società ma che avevano usato male… e tradito questa opportunità. Il suo grande rammarico rimaneva che quando si sciolse lotta continua molti compagni erano andati allo sbaraglio.
Gincarlino Benedetti Colcos