Premetto: come pisano mi dispiace un po’ che sia stato un livornese come Paolo Virzì a fare un film così azzeccato sull’Italia di oggi come “Il capitale umano”.
Italia, non solo Nord o sola Brianza, direi.
Con buona pace della collega milanese, già brianzola, che ha protestato su Facebook: “Il film Virzì se lo vada a fare in Chianti…”.
Bravo Virzì. Comunque vada hai vendicato il Bianciardi.
Bravo Virzì, innanzitutto in termini di racconto con questo film che mi ha richiamato alla memoria quegli anelli circolari alla Manchevski dove ogni episodio corregge e fa avanzare l’altro ma anche la Memphis di Jim Jarmush in Mistery Train. Francamente non me l’aspettavo. Questo per il divertimento filmico. Direi poi che il Virzì della commedia è entrato ora con disinvoltura nella tragedia. Primi passi, ma che passi…
Poi c’è il contenuto e sono davvero colpito dai risultati orrendi della grattugia con cui Virzi ha stropicciato le miserrime identità di questo sfacelo in corso.
Un plauso infine agli attori ma soprattutto, secondo me, a Valeria Bruni Tedeschi e alla sua battuta: “La polizia? Cos’è la polizia?”
Brianza Italia, avanti c’è posto.