Peccato che la politica della sinistra italiana non abbia tenuto sempre in conto le idee e i consigli di un economista dotato come Augusto Graziani, scomparso oggi a Napoli. Ho conosciuto questo uomo allegro e disponibile sul finire degli anni ’60, quando la sua teoria del monetarismo riceveva un po’ d’ascolto nella sinistra italiana.
Allora Augusto Graziani aveva infatti ricavato nel pensiero economico in Italia uno spazio dedicato alle idee post-keynesiane. La sua teoria, ridotta in poche parole, era basata in buona sostanza sul fatto che l’accesso privilegiato alla moneta sotto forma di credito diviene fondamentale per la distribuzione del reddito tra le classi.
Uomo di sinistra apparteneva a quel solco che con Keynes pensava che lo Stato durante le crisi depressive deve dare lavoro ai disoccupati, quando è meglio magari far scavare buche per farle riempire di nuovo piuttosto che lasciare lavoratori inoccupati.
Augusto Graziani è morto a Napoli dove era nato il 4 maggio del 1933 in una famiglia di origini ebraiche. Si è spento dopo una lunga malattia nella sua casa, intorno alle 14.
Graziani, ormai in pensione, era stato ordinario di Economia politica nell’università «La Sapienza» di Roma ed era Accademico dei Lincei.In psassato, ai tempi del Pds era stato eletto senatore.
Non sarebbe male riprendere oggi le sue teorie che forse, in questo impasse economico, hanno ancora qualcosa di utile e di nuovo da insegnare. Dedicato all’attenzione di Matteo Renzi.