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Auguri di buon anno e storie di migranti all’Acquario Romano. Con l’eritreo Tareke che denuncia: “Dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre non è successo nulla…”

Che cosa è successo dalla strage di Lampedusa del 3 ottobre ad oggi? Nulla, ripete più volte l’eritreo Tareke. Il giovane e impegnato eritreo è venuto la sera del 3 gennaio a portare a Roma il saluto del “Comitato 3 ottobre”. Ad ascoltarlo la platea raccolta all’Acquario Romano per la serata messa in piedi da “Incontri di civiltà”.

Serata dedicata ai migranti e all’accoglienza, con tanti interventi per fare anche gli auguri di un buon anno in tante lingue. Con le colorate donne somale venute con un costume ispirato alla loro bandiera a un’albanese che è ormai in Italia da oltre vent’anni ai ragazzi e alle ragazze della cosiddetta G2, la seconda generazione. Ci sono le danze (soprattutto danze indiane)

e ci sono le letture di testi di letteratura (da Cervantes alla Morante con La Storia a Edith Warton alla giovane Igiaba Scego con il suo “105”, storia di un autobus di periferia romana e di tante cose che vi ci capitano su), c’è la musica che tiene banco poi alla fine con le tre donne di lamorivostri, c’è l’intervento dei rappresentanti del Comitato 3 ottobre per ricordare a tutti che bisogna fare di questa data un giorno di accoglienza in ricordo della strage di Lampedusa. Intanto però per il momento siamo ancora all’anno zero. Dal 3 ottobre, come ha ripetuto Tareke, non è successo nulla. Poi in conclusione Tareke ha detto a tutti: Non lasciateci soli.

Alla fine della serata poi la sorpresa delle tre donne musiciste di Lamorivostri dove Lamori sta per Lavinia (Mancusi, voce e vioino), Monica (Neri) alla lira calabrese e alla fisarmonica, Rita (Tumminia, già degli Acquaragia Drom) alla fisarmonica. In tre diventano lamorivostri, nuovo straordinario gruppo musicale con voce potente e strumenti all’altezza.

Un trio accompagnato da un percussionista uomo tutto di donne, con un forte impatto sul pubblico grazie ai  pezzi di musica tradizionale italiana, tarantelle, pizziche, tammurriate e quant’altro.

Bella serata insomma grazie a “Incontri di civiltà” che col suo piccolo gruppo di convinti promoter ha  tirato su una situazione di racconto corale e di testimonianza etica, serata comprensiva perfino di brindisi finale con un vinello non alcolico (buono anche per chi non vuole bere alcol).

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