Informazioni che faticano a trovare spazio

Ariel Sharon. Dall’Unità 101 alla guerra del Kippur, da Sabra e Chatila a Kadima

Ariel Sharon, una vita dai forti contrasti, vissuta tutta per Israele.

Ariel Sharon fa parte di un gruppo giovanissimo che milita militarmente nell’Haganah e poi guida l’Unità 101, forza d’azione militare spietata sul fronte del contrasto con i palestinesi. Tra incursioni nei villaggi e liquidazioni sommarie. Erano tempi molto duri quelli dell’immediato dopoguerra e Sharon li ha vissuti con lo spirito combattente di un giovane ebreo che fondava Israele. Ad ogni costo. Il suo soprannome, da allora, Arik.

Poi più tardi  lo ricordo come generale capace di capovolgere l’esito della guerra del Kippur nel 1973 quando con un’audace manovra di aggiramento alle spalle delle truppe egiziane sul Canale di Suez riuscì a ribaltare le sorti. Come si dice in gergo militare “manovra brillante”.

Ma ecco la pagina nera, Sabra e Chatila. Ho ancora davanti agli occhi le parole usate da Jean Genet per descrivere quell’atroce massacro di palestinesi compiuto materialmente dai falangisti libanesi. Ho tradotto “A passeggio nei campi della morte” nel 1980, il testo fu poi pubblicato in Italia dalla rivista “Frigidaire”. E Sharon? Secondo la Commissione Kahan, istituita dal governo israeliano per investigare sulle responsabilità connesse al massacro di Sabra e Shatila, Sharon porta alcune responsabilità indirette, dovute a un comportamento giudicato negligente anche se non complice per l’entrata delle milizie falangiste libanesi nei campi palestinesi. Sharon si dimise da Ministro della Difesa, ma rimase nel governo come ministro senza portafoglio. Questo era ciò che avvenne in Israele. Ma è chiaro che aldilà delle responsabilità istituzionali resta un problema irrisolto, quello che coinvolge il punto di vista etico e morale. Sharon non mosse un dito contro gli assassini falangisti garantendo loro impunità. Se questa sia complicità o altro è poco importante stabilirlo. Fu così.

Sharon infine nell’universo politico israeliano ha cercato di aprire una terza via inventando un centro, con Kadima, tra la sinistra laburista e la destra del Likud. Ha forse provato a trovare una road map. Odiato dalla destra e poco apprezzato dalla sinistra ha visto poi il terreno occupato da uno come Netanyahu. Prima però si è reso responsabile con la famosa camminata sulla Spianata di Gerusalemme dell’innesco della seconda Intifada. Che poteva essere evitata, con tutti suoi lutti. Che cosa lascia dietro di sé Sharon? Un paese in difficoltà, con una guida che non è in sintonia con gli Usa, con un orizzonte irto di asperità e i due Stati che ancora non ci sono. Sharon era un pragmatico. Ad Oriana Fallaci che gli chiedeva se fosse religioso rispose: Non lo sono,  però non mangio lo stesso il maiale…

Ultimi

Ancora dossieraggi e schedature

Tornano dossier e schedature. Il video che è stato...

Podlech, il Cile lo ha condannato all’ergastolo

ERGASTOLO CILENO PER ALFONSO PODLECHI giudici cileni hanno aspettato...

Era ubriaca…

“Era ubriaca, così ha favorito chi le ha fatto...

Il family day del governo

Nepotismo, argomento che sembra rinverdire alla luce del governo...