Informazioni che faticano a trovare spazio

Il Pd al Senato segue il pollice di Rita Ghedini: su è sì, giù è no. “E sull’emendamento per le slot machines c’era parere favorevole della V Commissione…”. I senatori del Pd ci spiegano come può succedere di votare quella che Renzi ha definito “porcata”

“Al Senato per gli emendamenti si vota secondo il pollice di Rita Ghedini. Se non c’è Rita Ghedini la sostituisce qualcuno della direzione del gruppo”, spiega la senatrice Magda Angela Zanoni. Pollice su vuol dire sì, pollice giù vuol dire no. Un sistema un po’ antidiluviano, ma è così…Una volta il pollice su serviva per fare l’autostop, poi l’autostop è finito (lo vietano anche le Autostrade…) ed è sopravvissuto in Parlamento. Fantastico, no?

Rita Ghedini, ex dirigente delle cooperative, ferrarese, è incaricata dunque di muovere il suo pollice. Il pomeriggio del 18 dicembre in aula alle 18,29 ha alzato il pollice: si votava l’emendamento sulle Regioni e le slot machines, quello che riduce alle regioni chiamiamole “virtuose” i finanziamenti se hanno ostacolato slot machines ecc. “Certo – spiega lei -, quell’emendamento era voluto dal governo e la Commissione l’aveva approvato…”.

Tutto il Pd presente com’è noto ha seguito il pollice di Rita Ghedini e così è nata quella che Matteo Renzi ha definito la “porcata”.

Ma questa storia va oltre quel voto e riguarda anche il funzionamento della macchina parlamentare.

I senatori e i deputati non possono occuparsi come è ovvio di tutto, ci si divide secondo le competenze in varie commissioni, chi sta in una commissione è una sorta di sentinella sul territorio, da questi membri e in particolare da capigruppo in commissione e relatori vengono poi le indicazioni di voto che attraverso parlamentari come la Ghedini, nel caso del Pd al Senato, provvedono a indicare cosa fare agli appartenenti al proprio gruppo. Tanto più poi se è l’intera Commissione, come in questo caso per la V, ad aver detto sì.

Torniamo alla senatrice Magda Angela Zanoni, in questa vicenda relatrice del Pd nella V  Commissione Bilancio del Senato. Lei è una torinese, il suo capogruppo in commissione è il veneto Giorgio Santini, ex segretario confederale Cisl.

“Quell’emendamento a cui la Commissione nel suo insieme, e non solo noi del Pd, ha dato parere favorevole – spiega la senatrice Zanoni – è stato presentato dalla senatrice del Nuovo centrodestra Federica Chiavaroli. Ed è stato ispirato dal governo. Con due preoccupazioni: quella dei Monopoli di Stato per la possibilità che si riducano le entrate e che quindi si riducano anche le uscite. La seconda è che i titolari di slot penalizzati da Regioni e Comuni possano rivalersi sullo Stato”.

Con il parere favorevole della Commissione l’emendamento è dunque approdato in aula e al quel punto la Ghedini ha innalzato il suo pollice. “E così abbiamo votato sì  – spiega il senatore Felice Casson, uno dei nomi conosciuti tra i tanti Pd che hanno detto sì -. Si segue il pollice. Bisogna fidarsi. Non possiamo seguire i lavori di tutte le commissioni. Io conosco bene quella sulla giustizia, ovviamente. Per il bilancio mi affido ai colleghi presenti in quella commissione”.

A dar manforte poi per il governo è in aula il sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti, anche lui del Nuovo Centrodestra, ex An.

E così il risultato è stato che Anna Finocchiaro, Felice Casson, Monica Cirinnà, Maurizio Migliavacca, Marco Minniti, Nicola Latorre ecc ecc – come si evince dalla lista dei votanti che è stata peraltro pubblicata da ieri su vari siti e su Facebook – hanno votato questa roba.

Questa mattina la Zanoni è corsa ai ripari e ha presentato un ordine del giorno che è stato approvato con cui si cerca di “congelare” quel sì. “Ho chiesto – spiega – di impegnare il governo ad attivare un tavolo di concertazione con le Regioni e i Comuni su tutta questa materia”.

Felice Casson aggiunge: “Quel sì è stato un errore, c’è poco da fare. Ora occorre rimediare”.

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