Aggredita una giornalista nella Terra dei Fuochi. Ecco cosa è successo a Marilena Natale nei dintorni di Grazzanise. Questo articolo è stato pubblicato anche da Ossigeno Informazione diretto da Alberto Spampinato. Lo ripubblico per pro-memoria per Grillo che mostra sufficiente idiosincrasia verso la categoria: lasciamo stare Maria Novella Oppo e l’Unità, ma io lo ricordo quando in giugno dal suoi blog scriveva “Zitti, ci sono giornalisti in giro…”.
Ecco, cari grillini, cosa succede a una normale cronista che fa il suo lavoro, non a Montecitorio ma nella Terra dei Fuochi:
Terra dei Fuochi. L’aggressione a Marilena Natale è stata filmata
| di Redazione
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Il video consegnato ai Carabinieri di Casal di Principe dalla cronista e dal suo operatore assaliti presso Grazzanise davanti al cementificio del ‘pentito’ Schiavone
di Ester Castano –
Ha avuto fasi drammatiche l’aggressione subita dalla giornalista Marilena Natale e dal video-operatore che l’accompagnava, Marco Gargiulo, a Santa Maria La Fossa (Caserta), presso Grazzanise, mercoledì 4 dicembre 2013 a fine mattinata in una strada percorsa da varie automobili, nessuna delle quali si è fermata.
La scena è stata ripresa quasi per intero dall’operatore, che è riuscito a stento a mettere in salvo la telecamera e la registrazione e a consegnarla, subito dopo, ai Carabinieri. La ricostruzione fatta dalla cronista dà conto delle fasi violente che si sono succedute.
Marilena Natale, e redattrice de ‘La Nuova Gazzetta di Caserta’ e collabora con l’emittente televisiva locale ‘Più N News’, per la quale stava realizzando un servizio sul territorio della “Terra dei Fuochi” che sarà sottoposto a bonifica e che è saltato agli onori della cronaca nazionale a seguito delle rivelazioni del pentito Carmine Schiavone rilasciate sedici anni fa davanti alla Commissione parlamentare d’Inchiesta e recentemente desecretate per decisione della presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. “Entro venti anni gli abitanti di numerosi comuni del Casertano rischiano di morire tutti di cancro a causa dei rifiuti pericolosi interrati in quel territorio”, dichiarò nel lontano 1997 l’allora boss del Clan dei Casalesi.
Sui veleni dispersi in quel territorio in cui si registra un aumento di alcune gravi malattie fra la popolazione residente e sul business degli arricchimenti facili con il traffico illegale dei rifiuti nocivi, gestito dalla criminalità organizzata, la cronista di Aversa scrive da tempo articoli e reportages documentati.
Oggi insieme all’operatore Marco Gargiulo, Marilena stava effettuando per “Più N News” l’ennesimo servizio giornalistico. Si trovava nel comune di Santa Maria La Fossa, precisamente presso il cementificio notoriamente di proprietà del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone.
“Avevo individuato il luogo giusto in cui iniziare le riprese video – ha raccontato – e il mio operatore era sceso dalla nostra macchina. Io ero ancora a bordo della vettura quando ho visto sfrecciare a tutta velocità un’automobile, una Ford Mondeo di colore blu. Ci ha superato. Poi il conducente ha frenato, ha innestato la retromarcia e si è fermato vicino a noi. Dall’auto è sceso un uomo molto alto, robusto e con i baffi. ‘Ve ne dovete andare! Andatevene subito da qui’, ha urlato imperiosamente in dialetto”.
“Per quale motivo dovremmo andarcene? Noi stiamo semplicemente facendo il nostro lavoro, ho ribattuto. Se vuole le facciamo un intervista e registriamo anche la sua opinione, ho aggiunto. Lui ha risposto accusandomi personalmente di essere il male di questo paese, altro che la camorra. Ho ribattuto: come può dire una frase del genere? Per quale motivo per tanti anni il problema dei rifiuti è passato inosservato? Possibile che qui nessuno si sia mai accorto di niente? Ma quel tipo non ammetteva ragioni ed è passato alle vie di fatto. Mi ha dato uno schiaffone sul viso e, continuando a insultarmi, mi ha strattonato con forza. ‘Filma, filma e riprendi tutto Marco!’, ho gridato all’operatore, che ha registrato tutto. Quando se ne è reso conto, l’aggressore si è accanito contro di lui tentando di strappargli la telecamera con la forza, ma non c’è riuscito. Intanto io ho chiamato i Carabinieri”, racconta Marilena spiegando cosa ha denunciato subito dopo nella caserma dell’Arma, a Casal di Principe.
Secondo la ricostruzione, l’aggressore ha detto a Marilena di conoscerla bene. Lo schiaffo ha fatto cadere per terra il telefono con cui la giornalista stava chiamando il comandante dei carabinieri di Casal di Principe per chiedere soccorso. L’ufficiale ha così potuto ascoltare le urla dell’aggressore e le repliche degli aggrediti. Marilena ha cercato di raccogliere da terra il telefono e l’uomo, per impedirglielo le ha bloccato i polsi e le braccia. A questo punto l’operatore ha posato la telecamera e si è interposto fra i due, in difesa della giornalista. A questo punto ha desistito. E’ risalito in macchina e se ne è andato.
Giornalista ed operatore invece sono andati subito alla stazione dei carabinieri di Casal di Principe, dove i militari hanno chiamato un’ambulanza che ha prestato i primi soccorsi. Dopo la denuncia, Marilena è andata in Ospedale a farsi medicare.
Marilena ha già subito altre aggressioni e minacce mentre svolgeva il suo lavoro a Casal di Principe e dintorni, come ha documentato Ossigeno. Nel 2012, per il suo costante impegno di lotta alla criminalità organizzata in quel triangolo di terra che è la Campania che sopravvive a roghi, veleni e poteri mafiosi, ha ricevuto il premio Agenda Rossa.
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